Salva casa, Il Sole 24 Ore: “Ecco le sei sanatorie che fissano costi e procedure”

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salva casa Case fantasma

Focus su sanatorie e costi delle procedure introdotti dal Salva Casa, la legge che introduce novità su sanatorie edilizie, estendendo la possibilità di regolarizzare difformità e offrendo sconti sulle sanzioni, varata di recente dal Governo Meloni.

Facendo affidamento sulle analisi esplicative de Il Sole 24 Ore, oggi viene approfondito il tema molto delicato delle infrazioni e relative conseguenze in relazione alle sanatorie, ben sei, previste dalla nuova regolamentazione dell’ambito.

Le firme del quotidiano economico Cristiano Dell’Oste e Giuseppe Latour, scrivono di “sei percorsi” diversi a livello di costi e procedure: materiale per i tecnici chiamati a valutare le pratiche in un’operazione piuttosto complicata, dovendo addentrarsi in titoli depositati in Comune, misurazioni, rilievi, e perfino nella ricerca di foto storiche per provare l’epoca di costruzione.

Fondamentali, dunque, le date relative all’infrazione valutata. “Delle sei sanatorie, tre riguardano infrazioni realizzate entro il 24 maggio scorso e “tollerate” dalla legge: le tolleranze esecutive e quelle costruttive, alle quali il Parlamento ha aggiunto la tolleranza unica del 2% sui requisiti igienico-sanitari (ad esempio la dimensione minima delle stanze, le altezze e i rapporti aero-illiminanti tra finestre e superfici). Le altre tre sanatorie si riferiscono alle varianti effettuate prima del 1977, alle violazioni già constatate dal Comune e agli abusi sanabili con l’accertamento di conformità: le difformità parziali e le variazioni essenziali”.

Ci sono delle cosiddette “tolleranze gratuite“, il cui livello non comporta sanzioni e per le quali il proprietario di casa non dovrà fare nulla per mettersi in regola, almeno finché non dovrà intervenire sull’immobile (es: ristrutturazione, frazionamento e modifiche varie). Una circostanza per la quale si attendono effetti positivi anche sulle compravendite: al momento della cessione sarà sufficiente dichiarare la presenza di irregolarità considerate quali semplici tolleranze, senza versare sanzioni. In merito, l’edizione odierna de Il Sole offre un approfondimento a parte.

Poi, si passa alle infrazioni più gravi. “Lo scenario più ricco di incroci è quello delle difformità parziali, che in concreto potranno essere qualificate in modi diversi e non sempre saranno effettivamente sanabili. Pensiamo alla presenza di un balcone di dimensioni diverse rispetto a quanto dichiarato nel titolo abilitativo, magari perché si è scelto di fare una stanza più grande.

L’ipotesi più favorevole è quella in cui il Comune ha già constatato la presenza dell’infrazione in fase di rilascio del certificato di agibilità, senza ordinarne la demolizione. Questa irregolarità avrà lo stesso trattamento di una tolleranza costruttiva, perciò non richiederà né il pagamento di una sanzione né l’attivazione di una procedura di sanatoria. z.

Se questa stessa difformità si riferisce a un titolo presentato prima del 30 gennaio 1977 (entrata in vigore della legge Bucalossi), il percorso della sanatoria cambierà. Sarà infatti necessario regolarizzare l’opera presentando una Scia e pagando le stesse sanzioni – fino a un massimo di 10.328 euro – previste per l’accertamento di conformità. Non bisognerà però rispettare i paletti della nuova doppia conformità “attenuata” (norme edilizie dell’epoca e disciplina urbanistica attuale). Il vantaggio non è solo tecnico: a livello pratico, anche le opere che non rispettano i criteri previsti dal piano regolatore comunale potranno essere sanate.

Può capitare però che la stessa violazione del nostro esempio sia stata realizzata dopo il 1977 e non sia mai stata constatata da un tecnico comunale. A questo punto, l’unica alternativa sarà procedere con l’accertamento di conformità: una procedura che senz’altro ha maglie più larghe della normativa precedente al decreto, ma richiede sempre il rispetto della doppia conformità attenuata“.

Sul tema delle “conversioni” il Salva Casa – viene ricordato – prevede importi ridotti a un terzo rispetto agli oltre 30 mila euro di tetto massimo previsti prima.

Oltre che agli abusi minori, di cui scrivevamo prima, Il Sole 24 Ore offre approfondimenti anche sul ruolo dei Comuni che potranno estendere le infrazioni regolarizzabili.

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Fonte: Il Sole 24 Ore