“Se il vento soffia da questa parte, nessuno potrà accusarmi di non soffiare anch’io!”. Sono le immortali parole di Joe Quimby, sindaco inetto, corrotto e voltagabbana di Springfield, ne “I Simpson”.
Parole che il nostro Matteo Salvini deve aver fatto proprie. Ce lo ricordiamo tutti, nei video girati a Mosca, glorificare il regime di Putin in cui le città erano pulite, senza mendicanti, lavavetri, Rom, clandestini… dove la polizia c’è, discreta, e se sbagli paghi.
Ma adesso il vento è girato, soffia verso l’Ucraina, invasa dall’esercito Russo per volontà di Putin. Soffia verso la pace, la democrazia, verso l’accoglienza dei profughi… e, accidenti, nessuno potrà accusare Salvini di non saper soffiare!
Così, ha preso armi (si fa per dire), bagagli ed un paio di parlamentari al seguito ed è partito alla volta di Przemysl, Polonia, dove transita buona parte dei rifugiati Ucraini.
L’idea era di girare nuovi video promozionali, nella speranza di far dimenticare i vecchi.
Video che forse dimenticheranno gli Italiani, ma certamente ricorda Vojciech Bakun, il sindaco di Przemysl, che di fronte a microfoni e telecamere ha detto al pover’uomo che non era il benvenuto, che non aveva alcun rispetto per lui e di rimettersi pure la maglietta con l’effigie di Putin e dell’esercito russo, che amava sfoggiare qualche tempo fa.
Una figura di palta così leggendaria da riuscire ad eclissare persino l’altro Matteo, Renzi, che parla del nuovo rinascimento arabo.
E siccome al peggio ed al ridicolo non c’è mai fine, ecco arrivare una nota ufficiale di AUDI, il cui stemma era esibito sul giubbotto di Salvini, a dire che il Gruppo Volkswagen nulla c’entra con le esternazioni presenti passate o future di quel figuro e che è contro la guerra in ogni sua forma.
Sic transit gloria mundi.
Povero Matteo! Se fosse un titolo azionario, oggi sarebbe quotato alla borsa di Mosca.
