Salvini e l’evasione fiscale, questo sarebbe il ?governo del cambiamento??

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«Chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse». (tratto da ilsole24ore.com, 20 giugno 2018). Così parlò Salvini. Ora, evidentemente, centomila euro per Salvini sono una cifra trascurabile che non vale la pena riscuotere. Vuole fare questo regalo a tutti, proprio a tutti, senza verificare se le tasse richieste sono dovute o improprie.
Un colpo di spugna, comunque, per chi ha evaso. Un condono uguale a quelli che la Lega, quando era al governo con Berlusconi, ha approvato. Un incentivo ai ?furbetti? per continuare a non pagare il dovuto. Nulla di nuovo.

Intanto chi ha pagato regolarmente le tasse capisce che, la nostra, è la ?terra dei furbi? e che sarebbe stato meglio non essere onesti. Chi non ha pagato le imposte, intanto, continuerà ad evadere perché, tanto, ci sarà sempre un Salvini a garantire loro l’impunità.

E questo sarebbe il ?governo del cambiamento?? Ma se è sempre la solita, vecchia, pratica di premiare chi non paga quello che avrebbe dovuto versare allo Stato…

Ci dica Salvini se questa dichiarazione è stata fatta perché ne è convinto (e già sarebbe grave) o per prendere i voti di chi non ha pagato le tasse e continuerà a non pagarle (e, questo, sarebbe molto, molto più grave).

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.