“È stata troppo buona”, così il capogruppo del Partito Democratico nel consiglio regionale del Veneto Giacomo Possamai commenta l’espressione usata da Ilaria Cucchi per definire Matteo Salvini, cioè “sciacallo”, che le è costata una querela. “Matteo Salvini, dopo aver deriso per anni il tentativo di Ilaria Cucchi di far luce sulla morte del fratello e non aver rivolto nemmeno mezza scusa nei confronti della donna, la querela per diffamazione per averlo chiamato “sciacallo”. È stata troppo buona” scrive su Twitter Possamai.
È notizia di oggi, infatti, non molto natalizia, che il leader della Lega ed ex ministro dell’Interno Matteo Salvini che aveva detto “Ilaria Cucchi mi fa schifo”, ha deciso di querelare la stessa Cucchi per averlo definito “sciacallo”. Grazie alla tenacia di Ilaria dopo anni si è riusciti a far luce sul caso del pestaggio e della morte del fratello Stefano, un brutto esempio, assieme al caso di Aldrovandi, dell’irruzione alla Diaz nel G8 e di altri, di violenza di Stato, che sarebbe stata repressa e taciuta se non fosse per la lotta di alcuni cittadini e parti di società civile, oltre che politica. Il poeta latino Giovenale scriveva nelle Satire “quis custodiet ipsos custodes?”, chi controlla i controllori? Un tema fondamentale in democrazia per far sì che l’autorità non diventi autoritarismo, e che ha portato alcune associazioni e partiti a chiedere i numeri identificativi per le forze dell’ordine e l’introduzione del reato di tortura, per far sì che la tutela dell’ordine pubblico rispetti sempre le leggi e non diventi una scusa per soffocare diritti e libertà, ben prima che il tema venisse evocato da chi contesta le ordinanze anti-Covid.
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