I big della Lega manifestano perplessità su Matteo Salvini, sulla sua linea politica e sulle candidature che il segretario è pronto ad annunciare. Non sembra affatto un buon momento, quello attuale, per il leader di centrodestra, vicepremier e ministro del Governo Meloni.
Mentre sembra sempre più impegnato (troppo, secondo alcuni) sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, fronte dal quale non arrivano buone nuove, ha dovuto incassare pessimi risultati elettorali (leggi: Sardegna) e sul Terzo Mandato consecutivo da estendere anche ai presidenti di Regione (leggi: Veneto e Zaia) che è ostacolato da continue battute d’arresto in Parlamento.
Su La Repubblica di oggi si legge: “La Lega rischia di implodere. E le tensioni sulle liste non aiutano. Il fatto è che i maggiorenti del partito ora fanno pressing su un Salvini reso più debole dai non brillanti risultati elettorali per contare di più nella partita delle candidature. Non vanno giù le scelte ‘esterne’ del segretario: da quella del generale Roberto Vannacci, che probabilmente sarà annunciata nel corso della convention del 23 marzo a Roma, a quella dell’ex forzista Aldo Patriciello. Più altre che si profilano al Sud, a seguito dell’alleanza con forze autonomiste come l’Mpa di Raffaele Lombardo”.
E ancora: “Lo snodo rimane quello delle Europee, con gli alleati di Forza Italia in corsia di sorpasso. Ma le sortite di queste ore, da parte di big leghisti, non fanno che irrobustire le ipotesi, finora senza conferma, di una gestione transitoria del partito dopo le Europee, con Salvini che resterebbe vicepremier ma farebbe spazio a Molinari o a una triade di commissari composta da Zaia, dallo stesso capogruppo alla Camera (Riccardo Molinari) e da Roberto Calderoli. O ancora, in un altro scenario, dai tre governatori che finora non hanno accettato di candidarsi alle Europee. Quel che è certo è che il processo a Salvini, senza clamore, è cominciato”.
Fonte: La Repubblica