Una mozione contro l’utero in affitto. Così Gabriele Tasso, sindaco di Fratelli d’Italia di un piccolo Comune dell’Ovest vicentino, San Pietro Mussolino, che alcuni mesi fa aveva fatto infuriare l’ANPI e il centrosinistra paragonando l’associazione nazionale partigiani italiani alla mafia, interviene su un tema molto discusso (anche il comunista Rizzo è contrario) e su una pratica che non è consentita in Italia. Questo porta diverse persone a doverla praticare all’estero, ma nel Comune di Tasso non sarà consentito iscrivere all’anagrafe i bimbi nati da questa pratica e anzi il sindaco si impegna ad informare la procura se dovesse venire a conoscenza di persone che nel suo Comune sono ricorse all’utero in affitto. Il che, in un’epoca in cui si discute molto di privacy, appare come una netta invasione delle istituzioni nella vita privata delle persone. “Il consiglio comunale di San Pietro Mussolino – si legge in una nota – ha approvato, con voto unanime, la mozione contro la maternità surrogata, l’abominevole pratica che consiste in un vero e proprio sfruttamento del corpo di una donna e nella mercificazione del nascituro”.
Questa mozione, spiega ancora la nota del Comune, è volta ad impegnare il sindaco a: 1) non procedere all’iscrizione di bambini nati, a seguito di surrogazione di maternità, vietata da apposita norma penale, come figli di persone che si sono avvalse di questa pratica; 2) informare la Procura della Repubblica ogni volta che venisse richiesta un’iscrizione di questo tipo; 3) a farsi promotore di campagne di sensibilizzazione su una pratica che lede gravemente i diritti delle donne e del nascituro.