Hanno oscurato le fotocellule dall’allarme per rubare gli incassi delle slot machine, ma il colpo è sfumato grazie al controllo dei carabinieri conclusisi con tre cittadini romeni arrestati. È accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì 18 marzo quando la proprietaria del bar “Quattro Venti” di Sandrigo allertava il 112 per aver notato la presenza di tre soggetti sospetti all’interno del bar e che la barista, aveva invece rilevato dei movimenti strani degli stessi che volevano passare come normali clienti.
Subito l’operatore di turno in servizio alla centrale operativa della Compagnia di Thiene inviava sul posto i militari della locale stazione per ascoltare i testimoni e raccogliere i dettagli dell’evento anche per mostrare vicinanza alle brave cittadine che avevano immediatamente segnalato la strana presenza.
Dopo un attento sopralluogo eseguito dai militari all’interno del bar, gli stessi notavano una possibile manomissione all’impianto di allarme; infatti scoprivano che uno dei sensori dell’impianto, situato all’interno del locale ove erano presenti diverse slot machine funzionanti ed un cambiamonete, si presentava coperto nella parte anteriore, da un ritaglio di plastica concavo di circa dieci centimetri applicato sul sensore dell’allarme con del nastro adesivo trasparente che fungevano da fissante e che doveva evitare, poi la messa in funzione dell’allarme quando i tre sarebbero nuovamente entrati per depredare gli incassi.
Subito dopo, oltre a sottoporre a sequestro il pezzo di plastica per le successive indagini scientifiche venivano acquisite le immagini del sistema di videosorveglianza interno che permettevano di individuare i tre giovani sospetti e le loro mosse all’interno del bar.
Infatti si notava proprio uno dei tre entrare nella predetta sala slot e, con circospezione dopo essersi servito di uno sgabello, allungava le braccia verso il sensore per oscurarlo.
Intuite le vere intenzioni dei “finti clienti” i militari della locale stazione assieme ai colleghi del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Thiene predisponevano un servizio di vigilanza dedicata e discreta nei pressi del bar e contestualmente avviavano le serrate ricerche tese a identificare i tre della banda. Così, nella tarda mattina del giorno seguente, sempre a Sandrigo, una pattuglia in servizio perlustrativo notava la presenza sospetta di un’autovettura tipo Mazda di colore blu, con targa francese, parcheggiata in via della Repubblica nei pressi del bar “Si Spreca”.
Qui i militari decidevano di entrare per eseguire un verifica approfondita degli astanti e notavano, nel contempo, che tre giovani proprio in quel frangente tentavano di eludere il controllo appena notati i militari in divisa. A quel punto i tre venivano identificati in tre cittadini romeni di 40, 33 e 25 anni, tutti senza fissa dimora, i quali asserivano pretestuosamente di essere in zona per incontrare un amico e di essere giunti in Italia in cerca di “lavoro”, proprio a bordo dell’auto sospetta notata dai militari, risultata intestata ad una loro conoscente.
Ai militari di Sandrigo è bastato un controllo approfondito sui tre per accertare invece che gli stessi erano in Italia da diverso tempo e che, i due più anziani del terzetto, erano gravati da precedenti specifici di polizia perché già resisi responsabili in passato di furti in abitazione.
I tre, dopo gli approfonditi controlli eseguiti e la loro esatta identificazione, vistisi scoperti si allontanavano dal centro cittadino.
Le immediate indagini svolte dai carabinieri hanno permesso poi di accertare che, analogamente a quanto era accaduto il giorno prima, il terzetto era entrato al bar “Si Spreca” non per bere un caffè ma per eseguire un altro sopralluogo nella locale sala slot e, con ogni probabilità, finalizzato ai preparativi per la successiva commissione del furto. Qui invece, l’attento controllo dei carabinieri, li ha fatti desistere dall’oscurare le telecamere o i sensori dell’allarme presenti.
E’ bene precisare che questi accertamenti svolti a carico dei tre romeni ovvero, la loro identificazione certa associata alla precisa localizzazione sul territorio dell’auto sospetta con targa francese, sono stati decisivi per il loro successivo arresto eseguito solo due giorni dopo dai colleghi della stazione di Carmignano di Brenta, la cui giurisdizione è confinante proprio con quella dell’Arma di Sandrigo.
Infatti i colleghi padovani hanno potuto procedere al fermo di polizia giudiziaria dei tre romeni dopo che la notte tra sabato e domenica 20 marzo erano riusciti a mettere a segno il colpo, rubando sia denaro che tabacchi presso il centro commerciale Nuova Futura di Carmignano di Brenta. Dopo il furto i carabinieri carmignanesi, grazie ai precedenti controlli eseguiti dai colleghi di Sandrigo, sono riusciti ad individuare il covo, ovvero il capannone abbandonato nella zona degli ex mercati generali a Vicenza, dove i tre vivevano accampati in bivacchi di fortuna, immobile che è stato nuovamente sgomberato di recente dalle forze di polizia.
Alla luce dei fatti accertati, delle segnalazioni pervenute dai cittadini, delle denunce raccolte dalle parti interessate e dalla visione delle immagini fornite grazie alla presenza delle telecamere a circuito chiuso nei bar, i tre romeni sono stati quindi denunciati, alla Procura della Repubblica vicentina per tentato di furto ai danni del bar “Quattro Venti” di Sandrigo, avendo posto in essere tutte quelle operazioni prodromiche alla successiva consumazione del furto, sventato grazie all’attento controllo del territorio e alle puntuali chiamate al 112 con cui i bravi cittadini segnalano persone, fatti o circostanze strane e sospette.
Per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini in relazione alle vicende sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.