Sandrigo, si complica la vicenda del bacino di laminazione, ora anche il sindaco Giuliano Stivan è preoccupato per il possibile inquinamento e ha diffuso pochi giorni fa un video in cui dice “Sandrigo ha già dato”. “Dopo la violenta alluvione del novembre 2010 – spiegano in un comunicato 47 cittadini firmatari di una richiesta di spiegazioni – la Regione Veneto avvia la progettazione di un vasto piano di bacini di espansione, o bacini di laminazione, sul territorio regionale. Per “bacini di espansione” si intendono “opere idrauliche che vengono realizzate per ridurre la portata durante le piene di un corso d’acqua tramite lo stoccaggio temporaneo di parte del volume dell’onda di piena”; interventi eseguiti per ridurre il rischio di alluvioni, dunque, che prevedono l’allagamento controllato di specifiche aree attigue ai corsi d’acqua”.
“Il piano regionale prevede da subito la realizzazione di due bacini di laminazione lungo il torrente Astico, nell’area delle cave dismesse Vaccari (primo stralcio) e Mirabella-Astico (secondo stralcio), nel territorio di Breganze e Sandrigo. Nel 2013 il progetto preliminare viene depositato in Comune, e successivamente, nell’ottobre 2015, viene presentato il progetto definitivo relativamente al primo stralcio (ex cava Vaccari)”.
“I timori per la realizzazione dei bacini sono condivisi, una volta tanto, sia dalle voci ambientaliste del territorio sia dall’Amministrazione. In data 19 dicembre 2015, infatti, in risposta alla presentazione del progetto per il primo stralcio, il Coordinamento Tutela Territorio Breganze invia alla Regione le proprie osservazioni: in un documento preciso e dettagliato il comitato breganzino richiede maggiori indagini e approfondimenti sulla natura dell’area interessata e “sui possibili rischi di inquinamento dell’acqua di invaso, visto che va direttamente in falda, mescolandosi con l’acqua già presente sul laghetto”. Argomentazioni simili vengono proposte anche dall’Amministrazione Comunale di Sandrigo, che sin da subito comunica alla popolazione i rischi e i problemi, di natura prevalentemente ambientale, connessi con la realizzazione del bacino di laminazione”.
“Non possiamo non dirci allarmati dalle valutazioni di rischio ambientale che il Sindaco Giuliano Stivan, nel suo ruolo di rappresentante pubblico, ha ribadito ancora pochi giorni fa, evidenziando in particolare il rischio di inquinamento dell’acqua di falda e per l’area circostante; non dimentichiamo, peraltro, che il bacino risulterebbe vicinissimo alla zona industriale di Sandrigo (in cui è sita anche l’azienda Cromador, che già nel 2012 comunicò al Comune il superamento dei limiti di cromo esavalente in due pozzi7) e all’ex discarica Galvani, non protetta interamente come fondo e che potrebbe perciò generare problemi di percolato. Desta inoltre preoccupazione anche l’ex discarica di RSU nel settore G3 della cava Mirabella, all’interno del perimetro del bacino di laminazione”.
“Ci chiediamo allora se la cura (il bacino di laminazione) non sia altrettanto pericolosa del male (i fenomeni alluvionali). Un male questo che trova origine (e intendiamo ribadirlo, nonostante il silenzio del governo regionale) nella cementificazione progressiva del nostro territorio attraverso le grandi opere infrastrutturali come la Superstrada Pedemontana, la rapida impermeabilizzazione dei terreni agricoli, il tombamento dei corsi d’acqua”.
“Alla luce di questi fatti, ci rivolgiamo all’Amministrazione Comunale di Sandrigo, affinché si esprima pubblicamente e nel modo più esaustivo rispetto all’intera vicenda. In primo luogo, vorremmo sapere con più esattezza quali rassicurazioni avesse ricevuto l’Amministrazione di Sandrigo da parte del governatore Zaia, in particolare in riferimento al primo stralcio, e quali comunicazioni ufficiali sarebbero poi mancate. Chiediamo inoltre all’Amministrazione di relazionare, nel più breve tempo possibile, in merito alle perizie a propria disposizione e alle criticità evidenziate, garantendo in tal modo una adeguata informazione alla cittadinanza e dando conto delle posizioni ribadite sin qui. Infine, chiediamo all’Amministrazione di informare la cittadinanza su quali siano, allo stato attuale, i margini di intervento, e quali strategie intenda intraprendere”.
“Crediamo che da tali iniziative istituzionali possano scaturire, nel nostro paese e nei paesi limitrofi, riflessioni e azioni davvero consapevoli – concludono i cittadini – rinforzate dal grande apporto che può venire dalle cittadine e dai cittadini”.