Sanità, Bigon (Pd): “Veneto campione nazionale di codici bianchi, ma la Regione continua a ignorare il problema”

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Anna Maria Bigon (PD) sul'autonomia differenziata Gimbe codici bianchi veneto
Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Pd Veneto

“I dati parlano chiaro: il Veneto è la regione con la percentuale più alta di codici bianchi nei Pronto Soccorso, con numeri che superano il 54% degli accessi nel 2022 e 2023. Questo significa che migliaia di cittadini, spesso con problemi di salute di una certa importanza, vengono classificati come accessi impropri e costretti a pagare ticket esorbitanti. Parliamo di persone con coliche renali, crisi ipertensive, difficoltà respiratorie ed epistassi, che vengono lasciate ore e ore in Pronto Soccorso per poi vedersi attribuire un codice bianco e dover pagare tutto di tasca propria. E intanto la Giunta regionale continua a ignorare il problema e a fare spallucce. Basti pensare che una mia mozione, depositata a fine 2024 e che chiedeva un intervento diretto, attende ancora di essere discussa”.

Così la consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon.

“La Regione, invece di rafforzare la sanità territoriale e ridurre le liste d’attesa, continua a scaricare il problema sui cittadini, facendo cassa con i ticket. Dal 2018 al 2022, – spiega Bigon – il Veneto ha incassato oltre 14 milioni di euro all’anno dai ticket di Pronto Soccorso, cifra che nel 2023 ha sfiorato i 16 milioni. Per fare un confronto, la Lombardia, con il doppio degli abitanti, ne incassa appena 3,15 milioni. La criticità si lega al un progressivo smantellamento dei servizi territoriali a favore del privato. Le persone infatti si rivolgono al Pronto Soccorso perché non trovano risposte altrove: la medicina di base è in sofferenza, le strutture intermedie sono insufficienti, le liste d’attesa sono infinite. E chi ha bisogno di cure urgenti viene punito con un ticket ingiusto. Non possiamo più aspettare. La Regione – conclude Bigon – apra gli occhi e agisca subito, rafforzando la sanità pubblica e tutelando il diritto alla salute di tutti i cittadini veneti. Si riparta discutendo urgentemente della mozione chiusa nei cassetti che chiede un impegno concreto per affrontare questa situazione”.