Sanità, Il Sole 24 Ore: “Dalle tariffe al personale servono almeno 2 miliardi”

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Carenza medici di base medicina generale in Veneto

La Sanità italiana sempre più alle prese con i conti, soprattutto in previsione del varo della Manovra 2024 da parte del Governo. Un interessante articolo, pubblicato oggi, giovedì 29 agosto 2024, su Il Sole 24 Ore, approfondisce alcuni aspetti chiave: cosa serve per migliorare il settore e quali le sfide per metterlo al pari con i progressi della tecnologia.

Marzio Bartoloni scrive: “Ci sono i medici e gli infermieri da convincere a non fuggire dagli ospedali e per questo si pensa innanzitutto a defiscalizzare parte della loro busta paga ancora troppo lontana dai loro colleghi europei. Ci sono anche nuove assunzioni da fare, visto che dal 2025 si dirà addio al tetto di spesa sul personale con l’incognita però dei bandi di concorso che rischiano di andare deserti perché i camici bianchi non vogliono più lavorare per il Servizio sanitario.

E poi c’è un capitolo che da solo vale circa 1 miliardo: quello dell’aggiornamento delle tariffe dei Drg – i gruppi di prestazioni ospedaliere – ferme dal 2012. Si tratta dei rimborsi che le Regioni danno alle Asl – compresi le strutture private convenzionate con il Ssn – per le cure ospedaliere che nel frattempo tra inflazione e l’avvento di nuove tecnologie (si pensi solo alla chirurgia robotica) sono cambiate radicalmente oltre che essere in alcuni casi molto più costose.

Per le Regioni che avranno un miliardo in più sul Fondo sanitario sarà una piccola boccata d’ossigeno che dovrebbe scattare dal 2025 proprio quando arriveranno anche le nuove tariffe, rinviate già da anni, della specialistica ambulatoriale (visite ed esami). Un punto quest’ultimo su cui dovrebbero essere trovate, tra l’altro, ulteriori risorse. Ecco perché la dote minima di cui avrà bisogno la Sanità nella nuova manovra – almeno dal pacchetto di misure a cui stanno lavorando i tecnici del ministero della Salute guidato dal ministro Orazio Schillaci che domani sarà in consiglio dei ministri – parte da almeno 2 miliardi”.

Per la firma del quotidiano economico la sanità è una presenza incombente ma invisibile nella prossima legge finanziaria, criticando il fatto che, pur essendo ben note le condizioni in cui versa il settore lungo tutto lo stivale, pare non arrivare mai il momento di intervenire in maniera strutturale con fondi adeguati.

Sempre, soprattutto, nell’ambito del capitale umano: “Un primo segnale al personale sanitario – sempre più restio a lavorare nel Ssn dove si contano 2mila dimissioni l’anno solo tra i medici – dovrebbe dunque essere la flat tax al 15% sull’idennità di specificità, una voce presente nella busta paga dei medici e più recentemente in quella dei dirigenti infermieri.

Una misura sulla falsariga di quella già approvata nel decreto liste d’attesa dove sono state detassati al 15% gli straordinari di medici e infermieri che dovrebbe costare in tutto circa 450 milioni. A questo come detto va aggiunto il capitolo delle nuove tariffe dei Drg che potrà contare su di un lavoro completato dall’Agenas (l’Agenzia per i servizi sanitari regionali) l’estate scorsa dopo che la manovra del 2022 aveva chiesto proprio di aggiornarli entro il 2023.

Ci saranno poi da trovare fondi in più per le assunzioni, ma anche nuove risorse per l’edilizia ospedaliera così come c’è da ritoccare il tetto di spesa della farmaceutica diretta da alzare per circa 200-300 milioni. Infine un capitolo della finanziaria sarà dedicato ad avere dei sistemi pronti di eventuale accesso e acquisto di antibiotici in caso di antibiotico resistenza che rischia di diventare la nuova emergenza sanitaria globale”.

Fonte: Il Sole 24 Ore