“La coerenza in politica è una dote rara, l’opportunismo impera. Leggendo la presa di posizione sulla stampa locale della capogruppo della Lega Tisato ci viene da chiedere dove fosse quando noi facevamo notare in consiglio comunale le cose che lei stessa oggi dice. Il mantra del “va tutto bene” l’anno scorso non andava messo in discussione e, d’altronde, con le elezioni regionali, non si poteva disturbare il Doge, il gran manovratore che anche nell’alto vicentino aveva bisogno di voti. Eppure i problemi che la Lega oggi evidenzia noi li segnaliamo da anni, fin dalla scelta profondamente errata di fondere per incorporazione le due vecchie Ulss, facendo di fatto finire l’Alto vicentino come zona di serie C, sotto Bassano, il quale ricordiamolo, non è un ospedale Hub”. Dura presa di posizione affidata a un comunicato dei consiglieri comunali di opposizione di Coalizione Civica per Schio Carlo Cunegato e Giorgio De Zen sul tema della sanità nell’Alto Vicentino.
“Avere una rete del 118 efficiente, una emodinamica H24 dovrebbe essere proprio il minimo per il nostro territorio. Invece, se dovessimo stilare un bilancio dei servizi erogati dalla nostra sanità pubblica saremmo in profondo rosso – proseguono Cunegato e De Zen -. Quando noi chiedevamo la presenza di emodinamica H24 e la stroke unit la Lega di Schio dove era? Era in consiglio comunale con il consigliere Santi a urlarci che stavamo facendo terrorismo, a farci la morale, a minimizzare. Ma chiediamoci ora: è fattibile quanto richiesto oggi dalla consigliera Tisato? Nel frattempo sono fuggiti tantissimi cardiologi e anche tanti altri specialisti. Che la suddivisione dei reparti e delle schede ospedaliere in generale sia quantomeno fumosa per non dire assurda (con l’ortopedia un pò qui un pò a Bassano, etc) è ormai acclarato anche per questa presa di posizione della Lega. Ma quando noi, in piena crisi Covid, con l’ospedale di Santorso diventato Covid hub senza reparto di pneumologia chiedevamo che il reparto fosse spostato lì assieme ai medici specialisti, la Lega dove era?
Intendiamoci, vogliamo anche rispondere a quelli che dicono che a parlar male dell’ospedale di Santorso si fanno scappare i medici: questo è un problema che in tutto il Veneto sta esplodendo. Basti guardare questo grafico dell’Anao Assomed. Il Veneto, – affermano ancora Cunegato e De Zen – assieme alla Lombardia, è la regione che negli ultimi dieci anni sta vedendo aumentare di più la quota di medici in fuga dal sistema sanitario pubblico”.
“Inutile dire chi ci ha governato in regione negli ultimi vent’anni: forse la consigliera Tisato sta prendendo le distanze da una politica che ha depauperato la sanità pubblica a vantaggio di quella privata? Noi non crediamo. In fondo era tutto prevedibile, noi dal 2016 siamo contro questa fusione voluta proprio dalla Lega. Si accorgono adesso della gravità della situazione quando i buoi sono scappati. Amministrare significa anche prevedere e pianificare. La pianificazione disastrosa della Lega ha creato tutto questo. Il fatto che si investa ancora nell’ospedale di Bassano facendo nuove sale operatorie mentre Santorso langue è il segno dell’incapacità politica di molti amministratori del nostro territorio di prevedere le conseguenze di una incorporazione che a poco a poco ci sta abituando a non avere nemmeno i servizi più basici. Quelli che ti fanno sentire al sicuro, quelli che non ti fanno mettere in dubbio di vivere in un territorio da un lato avanzatissimo sul mondo del lavoro e dall’altro così scarno dal lato dei servizi. Apprendiamo, infatti, che a seguito della scelta del Sindaco di Arsiero di revocare la disponibilità dei locali ad una associazione che gestiva il presidio con un proprio mezzo (decisione presa a fine marzo), per il periodo estivo una ambulanza di Santorso verrà distaccata lì per servire la vallata dell’Astico (con un autista e un infermiere in capo al pronto soccorso di Santorso che vengono quindi spostati). Ma in caso di emergenza da codice rosso a Pedemonte l’ambulanza da Arsiero andrebbe a Santorso a prendere il medico e poi risalirebbe tutta la vallata? Se fosse vero poi che in tutto il territorio di Schio, Thiene e Malo, da Valli del Pasubio fino a Fara restano solo due ambulanze operative (proprio perchè la terza è ad Arsiero) la situazione sarebbe davvero oltre il limite: andrebbe quindi chiarito se si tratta di un mezzo in più o no. Perchè nel secondo caso la situazione sarebbe gravissima. Inoltre, se non ci sbagliamo, secondo un Dgr regionale dovrebbe essere dislocata una ambulanza anche a Thiene, ma non ci risulta vi sia effettivamente”.
“Il diritto alla cura, alla gestione dell’emergenza in tempi rapidi, non dovrebbe mai essere messo a repentaglio. Speriamo davvero che tutto ciò non porti a situazioni critiche, ma queste scelte di alcuni amministratori locali e Ulss ci piano quantomeno miopi: forse qualche Sindaco dovrebbe capire come funziona il 118 prima di essere così felice per una ambulanza a mezzo servizio. Resta poi la ricaduta psicologica sul territorio: fosse vero che l’ambulanza ad Arsiero non è aggiuntiva, quante persone non vendendo magari arrivare in tempo un’ambulanza saranno portate a dire “vado in macchina a Valdagno o a Vicenza piuttosto”? Rischiando poi in ogni caso. Ecco, questa sarebbe la base dei servizi, poi ci sarebbe molto da dire su una gestione dell’Ulss che se fosse attuata così in una azienda privata non andrebbe molto lontana. Il fatto che a Thiene vengano spostati degli uffici in cambio di altri è emblematico (il Boldrini dove gli spazi ci sono viene quasi svuotato per ristrutturare un edificio a Marostica, spendendo altri soldi pubblici: che senso ha tutto questo?). Un altro fatto emblematico è quello delle operatrici della disabilità che protestano per la loro più che precaria situazione lavorativa (con le famiglie dei più fragili lasciate sole). Il tema della salute mentale, infine, con il CSM di Schio chiuso e poi riaperto solo come ambulatorio è stato un altro caso lampante di depauperamento. Tutto questo – concludono i consiglieri comunali – ci dice molto su una gestione pubblica che vuole nel migliore dei casi smantellare il sistema socio sanitario pubblico, e nel peggiore favorire i privati”.