“In Veneto, stando ad una narrazione che dura ormai da due decenni, la sanità è di eccellenza. Salvo poi realizzare, nel concreto. che mancano i medici di base, le liste d’attesa per le visite specialistiche sono lunghissime e, di conseguenza, tanti cittadini decidono addirittura di non curarsi poiché non sono in grado di pagare le cliniche private”. L’ultima criticità in ordine di tempo viene evidenziata dal portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni che aggiunge: “Nella nostra Regione non è stato attivato alcun centro NeMO, NEuroMuscular Omnicenter, cioè quelle strutture dedicate all’assistenza integrata per la diagnosi e la cura delle persone affette da patologie neuromuscolari”.
“Capita così che pazienti veneti siano costretti a rivolgersi a centri NeMO in altre regioni, dove trovano un’assistenza completa a livello medico e assistenziale. Centri presenti un po’ ovunque in Italia. Intanto, però, il presidente Zaia non perde occasione per dichiarare che tanti italiani, soprattutto del Mezzogiorno, vengono a curarsi in Veneto. Nel caso specifico, è vero il contrario. Alla luce di tale ‘vuoto’, che non può essere derubricato come un servizio marginale, considerata l’incidenza crescente di tali patologie, – sottolinea Lorenzoni – ho presentato un’interrogazione all’assessore Manuela Lanzarin.
La domanda sorge spontanea: quando sarà data una risposta efficace alle persone affette da malattie neuromuscolari per consentire loro di affrontare una vita dignitosa. Per la loro particolare condizione richiedono una cura integrata tra varie competenze specialistiche. I centri NeMO, convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale, ‘rappresentano un punto di riferimento per la diagnosi e la cura di tali malattie, senza obbligare il paziente a consultare professionisti in molte strutture diverse.
Oltre che per la ricerca, i centri NeMO si caratterizzano per essere un luogo di ascolto e punto di riferimento per i pazienti stessi e le loro famiglie. La risposta ai bisogni delle persone passa attraverso una sanità del territorio organizzata e coordinata e su questo fronte il Veneto deve cambiare decisamente marcia”, conclude Lorenzoni.