Sanità veneta: territorio sempre delicato per le polemiche sollevate dalle parti politiche. Mentre oggi il governatore Luca Zaia ha chiesto di parlare di “numeri reali” in merito al problema da più parti sollevato della carenza medici, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Giacomo Possamai, assieme ai colleghi Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni è intervenuto a gamba tesa.
“Il presidente Zaia – dice in un comunicato stampa – vive evidentemente su un altro pianeta. Oppure ha scelto deliberatamente di negare la marea di problemi in cui naviga la sanità veneta. Sicuramente le sue parole non corrispondono in alcun modo alla realtà denunciata ogni giorno da cittadini, categorie, sindacati e organi di informazione: dall’abbandono di medici di famiglia che le cronache registrano su tutto il territorio, fino alla rinuncia di primari che operano presso importanti hub. Per non dimenticare il ricorso alle cooperative private per sopperire alle carenze che stanno mettendo in crisi il fronte dei Pronto Soccorso. Il tutto generato da scarsi investimenti, stipendi bassi, turni insostenibili e stress lavorativo. Il diluvio di numeri è una strategia consolidata da parte del Presidente, fin dai dati sulla pandemia, ma si scontra con il vissuto quotidiano delle persone”. Il commento alle dichiarazioni odierne sulla sanità da parte del presidente Luca Zaia è del capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Giacomo Possamai, assieme ai colleghi Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, che aggiunge: “E comunque di numeri se ne potrebbero citare anche altri: in Veneto la spesa del personale per popolazione residente è tra le più basse d’Italia e, rispetto al budget complessivo della spesa sanitaria, la quota del personale è inferiore del 3-4% rispetto a regioni paragonabili come Toscana ed Emilia Romagna. Circa l’8% dei cittadini veneti è senza il medico di famiglia e nelle diverse strutture mancano 1.500 medici e oltre 3.000 tra infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari. Uno stato di emergenza diffuso che il Presidente ora ha il coraggio di negare in toto e che sembra in profonda contraddizione anche con l’operato del suo stesso assessore alla sanità e degli stessi DG delle Ulss, visto che proprio per sopperire alla carenza di operatori sanitari sono stati messi in campo, seppur in modo insufficiente o con misure inappropriate, alcuni provvedimenti, tra cui esternalizzazioni, super OSS, formazione e borse di studio. Ci chiediamo a questo punto – conclude Possamai – il perché di queste delibere se i problemi, come sostiene Zaia, non esistono. Un’uscita, la sua, davvero lontana dalla realtà”.