Sanità Veneto, Brescacin risponde a Guarda: “Valutazioni vanno fatte sui dati, non su opinioni”

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Sonia Brescacin (ZP)
Sonia Brescacin (ZP)

“La sanità veneta è un modello da esportare. Forse la consigliera Guarda dimentica che le valutazioni non si fanno sulla base delle opinioni, ma con i dati e le tabelle alla mano”. La Presidente della Commissione Sanità, Sonia Brescacin, risponde così “al comunicato della consigliera Cristina Guarda.
Con i numeri rispondo alla collega – afferma – ricordandole che per la nostra sanità, dal 2010 al 2018, la spesa complessiva per il privato accreditato della Regione del Veneto è diminuita: da 861 milioni a 808 milioni, cioè 53 milioni in meno (il 6% in meno).
Per quanto riguarda i ricoveri, il privato, tra il 2010 e il 2018, ha subito una contrazione di stanziamenti del 5%, passando da 574 milioni a 544. In Veneto, inoltre, le strutture private accreditate risultano aver contratto la loro attività, riducendola dal 27% nel 2010 al 16% nel 2018.
Evidenzio questo dato, questo 16%, perché i confronti vanno fatti correttamente, e se prendiamo ad esempio regioni come l’Emilia Romagna, che ha circa il 25% delle strutture private a carico del Servizio sanitario nazionale, forse Guarda si renderà conto che la sanità veneta non è come l’opposizione vuole dipingerla. Basta con gli attacchi strumentali e le critiche senza fondamento.
Forse – commenta ancora la Brescacin – i colleghi delle minoranze dovrebbero iniziare a prender atto delle cure e dell’assistenza presenti nel nostro territorio. Questi ultimi due anni hanno messo sotto pressione il sistema sanitario in tutta Italia, non solo in Veneto, e la carenza del personale sanitario non è certo da attribuire a colpe della Regione che non è rimasta alla finestra ma ha previsto diverse azioni con appositi provvedimenti. Ad esempio per la carenza di infermieri è stato previsto che le Ulss venete possano continuare ad assegnare temporaneamente il proprio personale infermieristico a supporto dei centri di servizi per anziani non autosufficienti accreditati.
Ed anche l’impegno per avviare la formazione complementare in assistenza sanitaria dell’operatore socio sanitario. Inoltre, abbiamo istituito percorsi di formazione finalizzati all’acquisizione di competenze avanzate per gli infermieri, con lo scopo di valorizzare i professionisti e svilupparne il potenziale nell’ottica di una evoluzione dei modelli organizzativo-assistenziale focalizzati sull’assistito.
Abbiamo avviato con gli Ordini delle Professioni Infermieristiche provinciali un dialogo proficuo, per affrontare congiuntamente temi su professione e carriera, formazione e aggiornamento, del personale infermieristico del Servizio Sanitario regionale.
Su questo aspetto è necessario che il Governo – conclude Brescacin – metta in moto tutta una serie di azioni per pianificare la formazione e l’assunzione di un maggior numero di infermieri, e nel contempo renda più appetibile questa professione con incentivi che possano anche richiamare i professionisti italiani che si sono trasferiti all’estero, come ho richiesto nella mozione che è stata approvata in Consiglio regionale”.