Scandalo diamanti da investimento, associazione Codici parte civile: risparmiatori possono chiedere risarcimento

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L’associazione Codici è stata ammessa come parte civile al processo relativo alla vicenda dei diamanti da investimento, su cui lunedì scorso al Tribunale di Milano si è tenuta la prima udienza. Sono 105 le persone coinvolte tra manager e dipendenti di banche e società di vendita di pietre preziose. Uno scandalo che affonda le radici nel 2017. I diamanti sono stati venduti a prezzi superiori rispetto al valore di mercato e senza fornire informazioni adeguate sull’operazione finanziaria ai risparmiatori, assistiti oggi in aula anche dall’associazione Codici.

“Quello che era stato prospettato come un investimento vantaggioso – dichiara in un comunicato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – si è rivelato un azzardo disastroso per tanti risparmiatori. E certamente non a causa loro, che si sono fidati dei consigli e delle proposte ricevute dai rappresentanti delle società e delle banche coinvolte in questo autentico scandalo. Prezzi fuori mercato, informazioni inadeguate, purtroppo non una novità in un settore che si conferma un campo minato per i consumatori. Le responsabilità, a nostro avviso, sono chiare, così come le conseguenze: i risparmiatori devono essere risarciti. Ed è per questo che ci batteremo in aula, pronti ad assistere altre vittime, come ad esempio chi non ha ricevuto un rimborso da parte della banca”.

“Il risarcimento è doveroso – aggiunge Davide Zanon, Segretario di Codici Lombardia – e non solo per l’impossibilità di rivendere le pietre preziose, che non hanno mercato, ma anche per i danni morali derivanti da un investimento che dopo essere stato presentato e proposto come un’iniziativa dal guadagno assicurato si è trasformato in una clamorosa perdita. Basti pensare che parliamo anche di decine e decine di migliaia di euro, somme che per alcuni rappresentano i risparmi di una vita. Uno scandalo su cui è doveroso fare giustizia”.