Scelta scolastica, Lorenzin (Apindustria): “abbiamo bisogno di migliaia di profili tecnici”

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Alunni numerosi nelle scuole
Scuole, un'alula

Di seguito il commento del Presidente Apindustria Vicenza Flavio Lorenzin a pochi giorni dal termine per le preiscrizioni scolastiche. Una scelta importante per tutti gli studenti e per il loro futuro nel mondo del lavoro

Con l’apertura delle iscrizioni alle prime classi di elementari, medie e superiori dello scorso 7 gennaio, riprende quota nel dibattito pubblico il tema della scelta che migliaia di ragazze e ragazzi delle scuole medie si apprestano a fare, a valle di molti mesi in cui docenti, famiglie, istituti scolastici e organizzazioni imprenditoriali hanno – ciascuno nel proprio ruolo – cercato di fornire a questi giovani delle indicazioni, o almeno degli elementi di valutazione.

“Si tratta probabilmente della prima vera scelta importante nella vita di ciascuno, perché influenza, in modo più o meno determinante, il proprio bagaglio culturale ed il proprio futuro lavorativo – esordisce Flavio Lorenzin, Presidente di Apindustria Confimi Vicenza – ed ognuno di noi sa cosa provano questi ragazzi proprio perché ci siamo passati anche noi. Vero è che da alcuni anni a questa parte i ragazzi di terza media sono nelle condizioni di essere molto più informati e consapevoli della scelta che stanno compiendo: i docenti orientatori si muovono secondo buone pratiche ormai riconosciute, gli istituti superiori organizzano “open days” sempre più efficaci ed anche noi Associazioni portiamo il nostro contributo di testimonianza di fronte ai ragazzi ed ai loro genitori nelle forme più varie”.

Parlando della posizione di Apindustria, qual è allora il consiglio che l’Associazione dà ai ragazzi? “Sarebbe abbastanza semplice ribadire come ciascuno deva seguire le proprie inclinazioni ed interessi. Però vorrei andare oltre questa considerazione e  riflettere sui numeri: il nostro territorio, le nostre imprese dichiarano che, nei prossimi cinque anni, avranno bisogno di migliaia di profili tecnici; le posizioni che si apriranno sono in numero doppio rispetto ai ragazzi in uscita dai percorsi tecnici superiori e universitari. In pratica un posto su due rimarrà vacante o verrà coperto da figure che provengono da altri territori o altri paesi. Stiamo parlando di figure tecniche di produzione, di progettazione e di processo di profilo medio alto ed alto. In tutto questo, assistiamo al paradosso per cui da un lato abbiamo una disoccupazione giovanile importante, dall’altro i percorsi tecnici nelle varie accezioni vengono considerati “di serie B”, in primis dai genitori, convinti che questi percorsi portino anche a lavori di serie B. Questa visione è non solo antistorica, ma smentita dai fatti.

Siamo in piena quarta rivoluzione industriale, il mondo è cambiato, ed è cambiato il modo di concepire i prodotti. Anche in un territorio come quello vicentino, votato alla manifattura, è finita l’era della produzione in serie. Siamo nell’epoca della personalizzazione di massa e questo cambia lo scenario lavorativo per tutte le funzioni aziendali che, per stare al passo con i tempi, sono necessariamente diventate più tecniche. Tecnico non è più colui che si “sporca le mani” ma chi ha la capacità di affiancare competenze specialistiche, peraltro destinate ad essere costantemente rinnovate, con competenze trasversali (o life skill) indispensabili per lo sviluppo della competitività. Tutto ciò è da tenere attentamente in considerazione nel momento della scelta, che deve essere operata in piena autonomia e libera da costrizioni familiari e svincolata dalle scelte degli amici”.