Lunedì mattina in regione Veneto potranno alzare le saracinesche praticamente tutte le 126.245 imprese artigiane. 13.755 in più rispetto a quelle autorizzate dal 4 di maggio scorso. La gran parte sono imprese del benessere (acconciatori ed estetisti), oltre 12 mila per 24mila500 addetti. Ma ci sono anche i ristoratori artigiani, un migliaio, e qualche altra attività.
“Sono uscite in queste ore le linee guida per la riapertura che riteniamo, nel complesso, positive -afferma Agostino Bonomo Presidente della Confartigianato Imprese Veneto-. Negli ultimi giorni c’è stato sull’argomento un incessante lavoro di confronto e puntuale segnalazione da parte nostra nei confronti della Regione. Un percorso che ha portato a due risultati per nulla scontati: la riapertura anticipata a lunedì 18 maggio di tutte le attività ancora chiuse e ad un insieme di comportamenti e linee guida da adottare che, a nostro avviso, contemperano con intelligenza, serietà, rigore e buon senso le esigenze sanitarie e di sicurezza con quelle di una ripartenza dell’economia. Prezioso il lavoro di Confartigianato Imprese Veneto in particolare per i settori del benessere e della ristorazione, che abbiamo ritrovato nei documenti finali. Ulteriore buona notizia è che si è evitato il rischio di situazioni difformi tra regioni che avrebbero creato ulteriore confusione e disparità territoriali”.
“I nostri imprenditori non vedono l’ora di poter tornare a lavorare e, sono certo -prosegue- che lunedì alle 8 saranno operativi. Ancora una volta, però ci troviamo costretti ad esprimere disappunto per il fatto che indicazioni vitali per le imprese, siano arrivate all’ultimo momento. Migliaia di imprese si trovano a doversi attrezzare ed organizzare ad adottare comportamenti e regole in poco più di 24 ore e durante il fine settimana”.
“Adesso che tutto riapre abbiamo un importante banco di prova -conclude Bonomo-. Bisogna verificare quanto velocemente, i vari mercati di riferimento dei nostri imprenditori, ripartiranno e quali le sfide da affrontare anche per intercettare nuovi bisogni e nuove necessità. Adesso dobbiamo lavorare perché il mercato, le filiere internazionali ed il turismo ripartano. Punto fondamentale è che, oltre ad azioni di sistema per la promozione del made in italy, non manchino contributi per le imprese che sono rimaste bloccate in questi mesi e il sostegno nelle fasi di ripartenza”.