“Schegge. Per favore non chiamateli uomini”: le emozioni del libro e della trasposizione teatrale

1650
Schegge. Per favore non chiamateli uomini
Schegge. Per favore non chiamateli uomini, la compagnia teatrale

Che “SCHEGGE. Per favore non chiamateli uomini” stesse raccogliendo  consensi unanimi come libro (a seguire* la sua presentazione, ndr) in cui sono raccolti 30 racconti di storie soprattutto vicentine di disumana violenza sulle donne e di genere ricercate e rivisitate dalla sensibilità di Rossella Menegato lo sapevamo e lo avevamo verificato anche sfogliando con empatia il testo tra un’inchiesta e l’altra e, soprattutto, avendone affidato la lettura a mia moglie, di certo, esigente come è, la mia consulente letteraria di fiducia.

Ma, venerdì 18 gennaio al S. Marco, abbiamo scoperto di persona che i consensi al testo si sono trasformati anche in non scontati calorosi e numerosi applausi a teatro, dove 7 di quei racconti sono stati sceneggiati con la sapiente regia di Andrea De Marchi come 7 flash mob intervallati da canzoni in tema, in cui hanno svettato le interpretazioni canore di alcune poesie di Fabrizio De André, e interpretati da un cast di interpreti partecipati e coinvolgenti.

Eppure quella di sabato non era la prima rappresentazione, segno che l’interesse non è stato quello di una volta, magari “socialmente” dovuta, ma l’indice di un apprezzamento, che, ufficialmente ben espresso per le sue finalità di denuncia delle violenze femminili e di genere dall’assessore Valeria Porelli, si è via via accresciuto per la qualità del testo e per le emozioni suscitate dalla sua trasposizione scenica.

Motivo in più per tornare sabato 26 al S. Marco dove a cura da L’IdeAzione-Vicenza Emozioni in Cammino , la stessa associazione che promuove gli eventi collegati a Schegge, verrà rappresentato “Guarda, ascolta e lascia un segno” per la direzione artistica di Manuel Bendoni.

Tornado alla rappresentazione di sabato scorso a teatro ancora una volta pieno ci sembra doveroso ricordare i nomi che hanno dato un senso palpabile alla serata e i titoli dei 7 racconti, che non potranno che essere riletti insieme agli altri 23 che sono nel libro, tutto da vivere dopo averlo, vi invitiamo a farlo, acquistato

Testi di ROSSELLA MENEGATO Regia di ANDREA DE MARCHI

Presentatore Manuel Bendoni

Andrea De Marchi:   voce narrante Alberto Ballardin:   attore Erika Magnabosco: attrice e cantanteAnna Rossi attrice Fabiola De Marchi: attrice Rizzotto Roberto: chitarrista Tobia lanaro: cantante Irene Zoppelletto:   ballerina Carlotta Bosso: ginnasta

 I racconti

“Nessuna pietà”- Erika Magnabosco

“la  cosa”- Fabiola De Marchi

“Solo un gioco” -Anna Rossi

“Occhi da cerbiatta” – Anna Rossi

“la mia bambina”- Alberto Ballardin

“Ti uccido amandoti” – E. Magnabosco e A. Ballardin

“Adesso” – tutti

Consulenza storica: Manuela Brocco Grafica: Graziella Chiminello

Segreteria: Paola Crestani e

Alessandra Bassanese Organizzazione e Coordinamento generale:

Marzia Garofletti e Rossella Menegato

 

La serata è stata dedicata a Lucia Fazzina, per la sua determinazione e la convinzione nel voler fare di “Schegge” non un ma il progetto.

 

* “SCHEGGE. Per favore non chiamateli uomini“.

"Schegge. Per favore non chiamateli uomini", diRossella Menegato
“Schegge. Per favore non chiamateli uomini”, diRossella Menegato

Racconti dove il tempo sembra si sia fermato. Che tutto sia rimasto congelato. Gli stessi fatti che accadevano 200 anni fa rimbalzano, con un’attualità incredibile, nelle cronache dei nostri giorni. Una trentina di storie narrate dall’autrice Rossella Menegato accadute principalmente a Vicenza ma anche in ambito nazionale. Storie, e soprattutto storie di donne. “Da sempre sensibile al contrasto alla violenza di genere perché convinta che sia compito degli uomini e delle donne che non vivono queste situazioni e che non devono pensare quindi a sopravvivere alla quotidianità, portare avanti questa opera di sensibilizzazione, questo cambiamento culturale e, perché no, quella che mi piacerebbe diventasse una Campagna contro la violenza di genere e in genere.”

 

Questa è la motivazione che ha spinto Rossella a scrivere il libro che inizia raccontando la triste vicenda di Antonia Crovato (1845) arrivando fino ai giorni nostri, passando per le poco note vicende di un gruppo di donne particolarmente caro all’autrice: le Partigiane.
Donne che hanno subito violenze inaudite fisiche e psicologiche ma alle quali è stata inferta un altro tipo di violenza più sottile ma non per questo meno efferata: quella di essere state completamente dimenticate.
Tentare inoltre di sollevare il velo sulle diverse tipologie di violenza (abuso di potere, violenza psicologica, rapporto violenza e tossicodipendenza, abuso di social network, violenza assistita), non solo violenza di genere. Violenza che non esclude, purtroppo, nessuno, neppure gli uomini.
Ed è a loro che è dedicata l’ultima scheggia, perché le vittime di violenza, chiunque esse siano, non devono subire nessuna forma di discriminazione, di emarginazione o di pregiudizio.
“Schegge. Per favore non chiamateli uomini”.
Titolo forte con l’obiettivo di generare quel “pugno allo stomaco” che induca più persone possibili a fermarsi a riflettere perché dietro ad ogni persona che commette un crimine c’è sempre un vissuto sofferto.

“Schegge. Per favore non chiamateli uomini” dal libro al teatro con il medesimo titolo. messo in scena a settembre 2018 a Vicenza e successivamente scelto, dal Comune di Caldogno, per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre scorso.
E dal teatro alla Campagna formativa /informativa contro la violenza di genere e in genere con il coinvolgimento delle Scuole Superiori con un percorso di Alternanza Scuola Lavoro al quale hanno aderito per il momento il liceo Lioy per l’anno 2018 e il liceo Fogazzaro (da gennaio 2019) ma altre scuole superiori di Vicenza e Provincia sono interessate soprattutto per il metodo utilizzato della PEER EDUCATION, straordinario strumento didattico di stimolo per un necessario cambiamento culturale.
Oltre alla sensibilizzazione delle giovani generazioni, fondamentale è anche il coinvolgimento della cittadinanza tutta. E allora il progetto si amplia con delle serate informative con l’utilizzo del reading e della musica e una rassegna cinematografica in collaborazione con la Società Generale di Mutuo Soccorso che inizierà dal febbraio 2019.
Il libro-progetto ha avuto finora numerosi partner che hanno dato un loro concreto appoggio sia istituzionali come la Regione del Veneto, il Comune di Vicenza e il suo Centro Antiviolenza, Comune di Caldogno, l’AULSS 8 Berica, i licei Lioy e Fogazzaro di Vicenza, il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza e sia il mondo associativo con l’associazione Donne Medico della Provincia di Vicenza, l’associazione Divieto di Femminicidio, Donna chiama donna, Federfarma di Vicenza e tanti professionisti con il loro contributo personale.

Questa è la sintesi della storia del libro-progetto, documentata nel dettaglio nella pagina facebook L’IdeAzione- Vicenza Emozioni in Cammino, che avrebbe inoltre l’intenzione di sviluppare un nuovo evento-sfida associato specificatamente alla musica il cui fine è di dimostrare come la musica, con il suo linguaggio universale, vinca il confronto con la violenza per le sue naturali caratteristiche: arrivare al cuore di tutti, produrre Emozioni che stimolano la persona a sopprimere i suoi istinti peggiori trovando le giuste sensazioni per un sano equilibrio interiore.
Sogno-obiettivo per il quale servono nuovi partner che, nel rispetto anche dei principi della Responsabilità Sociale d’Impresa, vogliono condividere lo sviluppo del progetto con la consapevolezza che spesso la violenza di genere e in genere non è dovuta ad una patologia, ma è frutto di mentalità retrograde, stereotipi difficili da superare, pigrizia nel non voler affrontare i mutamenti che l’avanzare del tempo impone difficoltà d’ascolto e relazionali.
E allora?
Doveroso è tentare con tutti i mezzi possibili il cambiamento.
Partecipare, essere parte attiva di questo cambiamento si può e si deve.
L’indifferenza è una piaga difficile da debellare.
Speranza perché si attui quel movimento culturale che porti ad una vera presa di coscienza e quindi al tanto auspicato cambiamento per la costruzione di un mondo migliore.