La Giunta comunale scledense ha respinto, e ritorna così al mittente, la proposta di Piano Urbanistico Attuativo – PUA – presentata la scorsa primavera dall’immobiliare proprietaria della grande area conosciuta come “Stabilimenti ex Lanerossi“. Le destinazioni proposte per l’area erano le seguenti: – una prima macro-area di 78.500 mq a destinazione industriale-artigianale ed eventualmente direzionale; – una seconda macro-area di 50.300 mq tra superfici di vendita e di servizio; oltre a circa 25.900 mq di superficie a viabilità.
Si tratta della seconda proposta, dopo quella presentata nel 2016, sempre dalla società immobiliare che gestisce l’area Marzotto, e che è stata respinta.
“Il motivo per cui abbiamo assunto questa decisione è molto tecnico e, sostanzialmente, anche semplice. – spiega Sergio Rossi, assessore all’urbanistica del comune di Schio -. Dopo aver esaminato la documentazione presentata, abbiamo richiesto, in modo dettagliato, l’integrazione delle relazioni e delle tavole progettuali, che erano carenti sotto diversi aspetti: da quello urbanistico in genere agli aspetti edilizi e commerciali; da quelli ambientali e idraulici a quelli di compatibilità e sviluppo con la bonifica in atto da parte della Provincia; per non parlare dell’impatto sulla viabilità di via Maestri del Lavoro e via dell’Artigianato, la cui analisi si basava su dati vecchi di un decennio e più. Quest’area – prosegue l’Assessore – è importantissima per Schio, ma anche per i Comuni limitrofi, per le potenzialità urbanistiche ed edilizie, per la sua storia, per l’impatto ambientale, idro-geologico e paesaggistico che qualsiasi intervento su di essa avrebbe.
L’attenzione nostra e dei nostri tecnici è massima nell’esaminare qualsiasi proposta che la proprietà ci presenti. Sta di fatto – conclude l’Assessore – che abbiamo respinto e ritorniamo questa proposta di Piano al mittente, perché, pur con una dilazione dei termini, il proponente non ha presentato le integrazioni che abbiamo richiesto ancora lo scorso giugno. Con quanto avevamo agli atti non è stato infatti possibile proseguire con l’istruttoria: mancavano elementi essenziali per valutare la conformità o la non conformità alle norme e agli strumenti urbanistici vigenti della proposta di PUA presentatoci e mai integrato, al fine di consentirci di procedere con l’iter previsto dalla legge.”