Schio, ritentano la truffa del finto carabiniere ma intervengono quelli veri: un arresto e una denuncia per coppia napoletana 

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carabinieri di schio sventano truffa ad anziani

Ancora una volta una truffa, anzi una serie di truffe, messe in atto nei confronti di persone anziane con la tecnica, purtroppo ancora in molti casi efficace, del falso incidente causato da un familiare che rischierebbe gravi conseguenze penali se non viene pagata una grossa cifra: questa volta però alcuni dei cittadini contattati non hanno creduto alla storiella e hanno fatto intervenire i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Schio e della Stazione di Arsiero, i quali hanno arrestato un 38enne e denunciato in stato di libertà una 26enne, entrambi di Napoli e con precedenti di polizia specifici, per truffa in concorso aggravata in danno di persone anziane.

Le chiamate dei cittadini e la segnalazione da Valdagno

L’episodio è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, 18 febbraio: al numero unico di emergenza 112 della Centrale Operativa dei Carabinieri di Schio sono arrivate numerose segnalazioni da parte di persone anziane che comunicavano di aver ricevuto delle telefonate in cui l’interlocutore, spacciandosi per carabiniere in servizio a Vicenza, comunicava loro che i familiari erano rimasti coinvolti in un sinistro stradale e che era necessario reperire del denaro a titolo risarcitorio e funzionali al loro rilascio.

Proprio in concomitanza con tali segnalazioni telefoniche dei privati cittadini, dalla Centrale Operativa della Compagnia di Valdagno sono state diramate le ricerche di un’autovettura Opel Mokka grigia i cui occupanti, nella tarda mattinata, avevano perpetrato una truffa, sempre con l’odiosa tecnica del finto carabiniere, ai danni di una persona anziana 82enne di Trissino, dalla quale i malviventi si erano fatti consegnare monili d’oro per un valore di circa 1.500 euro.

La coppia fermata a Schio

Subito i militari hanno dato il via ad attività di ricerche nel centro storico di Schio, con l’impiego di numerose pattuglie, sia con colori d’istituto sia con targhe di copertura e in breve un equipaggio dell’Aliquota Radiomobile ha individuato l’auto segnalata in via San Giovanni Bosco a Schio. L’auto era ferma e con a bordo una giovane donna, prontamente identificata dai militari in una 26enne dimorante a Napoli. Mentre verificavano l’identità della giovane, i militari hanno notato un uomo che usciva da un’abitazione situata lungo la stessa via. Questi, notata la presenza dei militari, si è subito dato alla fuga.

Dalle immediate indagini si è accertato che l’uomo aveva appena consumato una truffa ai danni di una 82enne con la stessa tecnica: la donna era stata contattata telefonicamente da un sedicente carabiniere di Vicenza, il quale le aveva comunicato che il figlio aveva investito una bambina e che era necessario reperire del denaro a titolo risarcitorio onde scongiurare procedimenti giudiziari.

L’intervento in stazione e la refurtiva sul treno

Come detto, l’uomo ha tentato di dileguarsi alla vista dei carabinieri, ma è stato rapidamente bloccato da una pattuglia di Arsiero e da militari con vettura con targa di copertura, mentre tentava di nascondersi a bordo di un treno in partenza dalla Stazione FF.SS. di Schio, dove aveva anche abbandonato la refurtiva, risultata provento di truffa in danno dell’anziana di Schio, consistente in numerosi monili in oro per un valore circa di 20.000 euro.

I due fermati sono stati condotti al Comando Compagnia di Schio ove, a seguito di una perquisizione, sono stati ritrovati, nascosti in macchina, anche i gioielli provento della truffa avvenuta a Trissino in mattinata.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo è stato tratto in arresto e condotto in Carcere a Vicenza a disposizione della Procura della Repubblica di Vicenza in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, mentre la donna è stata deferita in stato di libertà.

La refurtiva di entrambe le truffe è stata riconosciuta dalle vittime.

Si rappresenta che le misure sono state adottate di iniziativa da parte del Comando procedente e che per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe