Schio-Valdagno, il tunnel della discordia

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Il tunnel Schio-Valdagno
Il tunnel Schio-Valdagno

(Articolo sul tunnel Schio-Valdagno da Vicenza PiùViva n. 296, sul web per gli abbonati ora anche il numero di 297 di aprile, acquistabile in edicola in versione cartacea).

Gratuito, a pagamento o agevolato per qualcuno? Analisi e approfondimento di un tratto di strada che unisce due aree forti della nostra provincia.

“Liscia, gassata o Ferrarelle?”. È la domanda che pone uno spot pubblicitario iconico che fa intendere che ci sono tre scelte possibili. Un “refrain” che possiamo trasportare anche su un tratto di strada che, da qualche mese, è tornato ad essere tema di discussioni, proposte, richieste ma pure dinieghi.
I 4.690 metri che compongono il tunnel che da ormai un quarto di secolo collega direttamente le aree di Valdagno e Schio stanno facendo discutere gli amministratori e tenere in apprensione i cittadini delle due vallate, Agno e Leogra.

La sollecitazione è partita dal vento del cambiamento politico che la scorsa estate ha soffiato con veemenza su Valdagno, spazzando via la “vecchia” guardia del centrosinistra che governava dal 2004 e spegnendo ogni velleità del centrodestra, sempre sul punto di predominare ma incapace del guizzo vincente.
Un vento che ha spinto un nuovo condottiero a guidare il vascello della novità rappresentata dall’imprenditore Maurizio Zordan a capo di una lista civica che in campagna elettorale si è sempre giocata la carta del transito gratuito per tutti.
Un jolly che anche le categorie economiche hanno messo sul tavolo dell’oste, ovvero il proprietario della struttura (la Provincia di Vicenza), che l’ha affidata in gestione al proprio ente, ViAbilità, che ne cura sia la manutenzione ordinaria, sia quella straordinaria. Probabilmente, i conti, non sono stati fatti insieme…
Fatto sta che i facili entusiasmi suscitati da una proposta che avrebbe incentivato chiunque a transitare per quel tratto di strada, anche chi non ne avesse avuto alcun motivo tanto non sarebbe costato nulla se non la benzina, sono stati presto smorzati dalla cruda realtà e da una notizia che, evidentemente, non era nota ai più.
Ovvero che la Provincia non ha ancora finito di pagare tutta l’opera e che l’utile annuo ormai consolidato di un milione e trecentomila euro serve praticamente a sostenere i costi di una corretta gestione attraverso i dipendenti diretti, gli interventi di manutenzione e i nuovi progetti per adeguare la struttura alle costanti novità tecnologiche. Basti pensare che è in corso un importante progetto per adeguare il casello di Schio ai nuovi standard introdotti dalla normativa europea, con un costo di circa un milione e mezzo di euro.
Una notizia sicuramente importante ma che, inutile dirlo, ha rappresentato una doccia gelata sui desideri degli automobilisti delle due vallate che cullavano il sogno di spostarsi da una parte all’altra senza pensieri e senza costi, soprattutto.
D’altronde ViAbilità, che ironia della sorte è guidata da qualche anno da un valdagnese, l’attento avvocato Enzo Urbani che probabilmente con il cuore avrebbe voluto assecondare i sindaci e le categorie economiche ma che con la mente ha dovuto esaminare con freddezza i dati, ha effettuato una precisa analisi arrivando alla conclusione che se i Comuni volessero necessariamente la gratuità, dovrebbero sostenerne i costi perché il bilancio, attualmente, non consente mancati introiti.
Quindi, se liscia (gratuita) no, se gassata (con le tariffe attuali) no, non resta con provare la terza soluzione che potrebbe essere un’agevolazione verso una precisa categoria.