Sciopero delle donne l’8 marzo, Irene Rui: “contro il Nuovo Medioevo”

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Irene Rui

Noi donne e uomini – scrive Irene Rui del Circolo Gramsci-Giuliani – compagne e compagni di Rifondazione Comunista parteciperemmo allo Sciopero delle donne dell’8 marzo e alle iniziative promosse a Vicenza, non per una questione folcloristica, ma per il pericoloso attacco alle donne, di questo governo giallo-nero e dei suoi ministri in primis Pillon.

Stanno mettendo a rischio tutti i diritti conquistati dalle donne negli ultimi 40 anni, a cominciare dal divorzio, in nome di un integralismo religioso, clerico-fascista che lavora d un lato per impedire alle donne di separarsi, divorziare, interrompere la gravidanza, di denunciare una violenza e dall’altro lato per rendere le donne sempre più precarie nel mondo del lavoro, ma anche costringerle a scegliere tra famiglia e lavoro, con una politica sempre più fammilistica dove i servizi di ausilio ed assistenza ad anziani, disabili e ai minori, a causa anche della mancanza di fondi, sono sempre di più derogati alle famiglie, e per cultura patriarcale alle donne, mentre l’uomo è spedito a centinaia di chilometri in cerca di un impiego.

Ci lascia esterrefatti la scelta di non partecipare, pur riconoscendolo, allo sciopero delle donne globale, della Cgil, della Cisl e della Uil come di altri sindacati. Aderiamo quindi al presidio delle 10:15 dell’USB, davanti alla sede INPS e alla manifestazione di “Non una di Meno” in Piazza Matteotti alle 20:30, e lanciamo per il 20 aprile ai ferrovieri alle 20,30 il convegno: Noi donne contro il Nuovo Medioevo sul Ddl Pillon.