Sciopero per l’ambiente venerdì a Vicenza, aderiscono Cgil e Usb

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Fridays For Future
Fridays For Future

I sindacati Cgil e Usb di Vicenza aderiscono alla mobilitazione internazionale del 27 settembre indetta dal movimento Fridays For Future. L’’appuntamento è alle ore 9.00 al piazzale della Stazione di Vicenza. Di seguito i comunicati

La CGIL nazionale ha aderito e sostenuto la “Climate Action Week”, cioè la settimana di mobilitazione in atto, che culminerà  nel terzo “Global Climate Strike” il prossimo 27 settembre, contro i mancati interventi dei governi per ridurre le emissioni di CO2 responsabili del riscaldamento globale che stà provocando e provocherà conseguenze catastrofiche per il pianeta e per le creature che lo abitano.

La FLC, la categoria della CGIL che organizza le lavoratrici ed i lavoratori della conoscenza ha proclamato lo sciopero della categoria in occasione di questa giornata mondiale di lotta per chiedere alle Nazioni Unite ed ai governi di tutto il mondo misure urgenti e concrete e più in generale un vero cambio dell’attuale modello economico e di consumo per ridurre le emissioni responsabili del riscaldamento globale e quindi cercare di scongiurarne o almeno di attenuarne gli inevitabili effetti.

Le altre categorie della CGIL hanno organizzato assemblee nei luoghi di lavoro, con presenza anche dei giovani che organizzano la mobilitazione, per sensibilizzare le lavoratrici ed i lavoratori rispetto a questa vera  e propria emergenza planetaria e per non lasciare soli i giovani e gli studenti in questa lotta che riguarda il futuro di tutte e di tutti noi.


USB raccogliendo l’invito del movimento ha dichiarato sciopero generale in tutti i settori pubblici e privati. Pertanto i lavoratori e le lavoratrici potranno scioperare e partecipare a questa giornata di lotta importantissima. Lo sciopero è per l’intera giornata.

Ambiente devastato e Strage di lavoratori, è un modello di produzione che va fermato
Si muore investiti dai mezzi all’interno dell’azienda – Si muore stritolati da una pressa, Si muore dei veleni dentro e fuori delle fabbriche. Si muore sui ponti che crollano. C’è un nesso tra la sicurezza, la salute nei posti di lavoro e questione ambientale, ed è tutto interno alla contraddizione tra capitale, natura e lavoro. Infortuni e malattie professionali non sono frutto di una tragica casualità ma la diretta conseguenza di scelte aziendali che mettono il profitto davanti alla vita, alla salute di lavoratori e d’interi territori.

Questo modo di produzione basato sullo sfruttamento dei lavoratori e della natura, non è sostenibile, è sempre più necessario impegnarsi per un modello di produzione e sviluppo che metta al centro il rispetto della qualità e della dignità della vita e la sostenibilità ambientale.

Da padroni e governi non possiamo aspettarci questo cambiamento: dobbiamo imporlo come movimento di lavoratori, giovani ecc.

Il VENETO territorio produttivo ha si un benessere materiale diffuso ma pagato con questi prezzi: prima regione per morti sul lavoro, per consumo del suolo, per morti di overdose, per truffati dai fallimenti delle banche e tra le regioni piu’ inquinate del paese (vedi pfas), tra le regioni ad piu’ alta penetrazione mafiosa.

Sono almeno trent’anni che i governi di tutto il mondo hanno cominciato ad incontrarsi per discutere la necessità di ridurre le emissioni per evitare i rischi del collasso climatico. Da quando sono iniziati questi incontri nel 1988 le emissioni globali di CO2 sono salite più del 40% e continuano ad aumentare! A che serve fare commoventi discorsi sulla assoluta necessità di rispettare gli accordi climatici di Parigi se si continuano a sovvenzionare i giganti degli idrocarburi e dell’agrobusiness che sono tra i principali responsabili del collasso ecologico?

Se decidessimo di prendere sul serio il cambiamento climatico dovremmo cambiare tutti gli aspetti fondamentali della nostra economia, colpendo gli interessi delle grandi multinazionali a cominciare da quelle dei combustibili fossili, mettendo da parte indici economici come il PIL e la logica competitiva, salvaguardando la biodiversità invece di distruggerla attraverso la privatizzazione e la manipolazione dei geni. La Terra è stata colonizzata dal capitalismo.

Per millenni l’umanità aveva vissuto in armonia con il proprio ambiente, ma dall’affermazione del capitalismo e poi del colonialismo e dell’imperialismo, il Pianeta è stato sottoposto ad una pressione crescente e ad una accelerazione geometrica del surriscaldamento. L’intensificarsi di sempre maggiori catastrofi, solo apparentemente naturali, sta lì a dimostrarci che stiamo correndo verso il baratro e che le ripercussioni del crescente riscaldamento del pianeta sono destinate ad essere devastanti. Tassare le merendine è un modo serio di affrontare il problema, o è l’ennesima dimostrazione che chi siede al governo non ha alcuna volontà di invertire la rotta?

Dobbiamo tutti dare un segnale forte di dissenso verso politiche neoliberiste che ci illudono con il mito della crescita infinita, che ci promettono un mondo migliore solo a condizione che venga sfruttato, che il benessere passa dal consumo continuo e compulsivo. La favola è finita, il lieto fine dipende da noi. La scomoda verità? l’uomo sta distruggendo il proprio habitat, non è proprio una cosa furba.