Sciopero TPL: 60% adesioni nazionali, 45% in SVT. D’Angelo (USB) in video a ViPiu.it: “Azienda penalizza lavoratori, a rischio garanzia servizio”

1091

Anche e ovviamente l’Unione Sindacale di Base di Vicenza si è mobilitata per lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale (TPL) di venerdì 17 febbraio 2023, a cui a Vicenza hanno aderito circa il 45% dei dipendenti di Società Vicentina Trasporti e a livello nazionale circa il 60% dei lavoratori.

A sciopero di fatto in corso era stata indetta una conferenza stampa indetta presso la sede di Usb di Vicenza, in via Pietro Marco Zaguri 17, in cui Massimo D’Angelo, referente per il Veneto di questo sindacato di base, ha lamentato che, nonostante la sua rappresentatività e nonostante continui a invitare tutta la stampa locale su temi di rilievo come lo sciopero nazionale e locale in corso, sia sistematica l’assenza di quella che lui definisce “stampa padronale”

Abbiamo approfittato, quindi, della nostra presenza solitaria per un’intervista video approfondita a Massimo D’Angelo (riportata integralmente in copertina) su temi scottanti come salari, sicurezza e dignità (il contratto nazionale scaduto da tempo è stato rinnovato recentemente e già va in scadenza al 31 dicembre 2023).

Nel video i vari temi sono affrontati completamente ma ne anticipiamo e sintetizziamo alcuni dettagliati, come da annuncio dello sciopero per quanto riguarda Vicenza, nella video intervista dal “segretario” di Usb Veneto:

Chiediamo aumenti salariali che annientino la penalizzazione economica dei giovani  assunti, la reinternalizzazione di tutte le attività esternalizzate ad aziende appaltatrici, con relativo assorbimento dei 7 lavoratori, ad oggi esclusi, la tutela di salute e sicurezza, il riconoscimento delle malattie professionali e garanzie per il personale inidoneo.

Per anni la gestione del trasporto pubblico locale vicentino, caratterizzata dalla messa in ordine dei conti a scapito dei lavoratori da parte dei vertici precedenti, che mai hanno tenuto conto delle risorse primarie di questa azienda, che sono i lavoratori, sempre trattati in malo modo e con stipendi da fame. Oggi i nuovi vertisi si dovranno, quindi, confrontare con la seria difficoltà di garantire il servizio pubblico, urbano e extraurbano, ai cittadini, operai e studenti a causa dele sempre più frequenti dimissioni di autisti, quelli più anziani per il logoramento causato da questa attività, quelli più giovani per salari sperequati e non di mercato in rapporto agli sforzi da fare.

Per questo motivo gli autisti della SVT si dimettono e le selezioni per le nuove assunzioni vanno deserte a fronte anche di una forte richiesta di autisti sul mercato, anch’essa, però, non soddisfatta per retribuzioni e condizioni di lavoro al limite del sopportabile”.

La revisione dell’accordo denominato zainetto, che da ben tre anni attende una soluzione, dal quale l’azienda si è sempre sottratta, rivendica aumenti salariali consistenti e un meritato premio di risultato che ripaghi i sacrifici e la dedizione che ognuno di loro ogni giorno pone per tenere in piedi questa azienda”.

“Lo sciopero per tutti i lavoratori e le lavoratrici di 24 ore (articolato, nel rispetto delle fasce di garanzia dalle 5,30 alle 8,29 e dalle 12,00 alle 14,59 mentre gli addetti ad impianti fissi, biglietteria, officina e uffici amministrativi, hanno scioperato per l’intera giornata lavorativa nel rispetto degli accordi in essere) ha registrato adesioni medie del 60% e che, comunicate da Usb che le valuta come superiori alle aspettative, sono state le seguenti: “a Milano chiuse tre delle cinque linee della metropolitana e 50% di adesioni in superficie; a Roma 50% su gomma salite all’80% nel pomeriggio/sera, con chiusura della metro A; a Napoli 60% in superficie, ferme le funicolari, ridottissima la linea 1 della metro. E poi, a Torino 45%, a Bologna 90%, a Modena 80%, a Trieste 60% (qui le percentuali per area geografica)“.