Nonostante il tanto parlare, auspicare, stimolare, incentivare, etc perché la scuola riapra in presenza a settembre, non facciamo illusioni, sarà a distanza e non altro. Inizia così la nota che pubblichiamo di Vincenzo Donvito, presidente Aduc.
Tecnicamente impossibile il contrario, a meno che -auspichiamo di no – non si facciano stare in presenza i vaccinati e a distanza in non vaccinati e quelli in attesa della seconda dose. I numeri e i tempi non sono soggetti ad interpretazioni politiche o lessicali, sono “freddi”: gli studenti a settembre non saranno vaccinati. Il resto è fuffa, il solito deprimente chiacchiericcio politico alla ricerca del consenso… e ci siamo proprio stufati, oltre ad avere quel disagio/ira tipico dei genitori che si accorgono di essere presi per i fondelli da chi dovrebbe essere preposto (e pagato da tutti) per educare i nostri figlioli.
Ne siamo certi perché non c’è nessun piano vaccinale d’urgenza per arrivare con tutti gli studenti vaccinati. Siamo ancora alle opinioni e alle dichiarazioni da squali della politica.
Il Governo di Mario Draghi ha toppato!
Ci si organizzi bene per la didattica a distanza.
Se nel frattempo il governo dovesse rinsavire e agire (con numeri, date, scadenze, mobilitazione generale, anche della sanità militare… dopo il commissario straordinario Francesco Figliuolo, potrebbe anche essere logico), fissi un piano attuabile, non dei sogni e pressato da vax o no-vax, per una data precisa in cui i ragazzi saranno tutti vaccinati (due dosi!: la scuola non è un bar o un ristorante, ma ci si sta, si suda e tutto il resto per mezza giornata e anche più) e la scuola sarà in presenza. In ritardo, certo, ma con certezza e sicurezza.
Siamo in emergenza e nessuno si stupirebbe di file chilometriche d’agosto per i vaccini in tutti i luoghi possibili e immaginabili, oltre a messaggi e incentivi perché l’informazione dell’obbligo vaccinale a scuola giunga a tutti gli studenti e le loro famiglie.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc