Mentre il governo ha dato il via libera al ritorno in classe dei ragazzi delle superiori, almeno al 50%, le scuole restano chiuse fino a fine mese in Veneto, perché il Presidente Zaia non ha ritirato la sua ordinanza. Alcuni comitati hanno però presentato ricorso al Tar del Veneto per la riapertura delle scuole superiori, come fa sapere Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto), candidato presidente alle scorse regionali con la civica Veneto che vogliamo e portavoce delle opposizioni in consiglio regionale. “La vita sociale dei nostri adolescenti è stata azzerata, e nessuno sembra curarsene” afferma in una nota Lorenzoni.
“Il rapporto fra apertura delle classi e aumento dei contagi non è scientificamente dimostrato. Peraltro, non più tardi di qualche ora fa, il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, ha dichiarato che esistono tutte le condizioni per un rientro in classe nelle zone gialle e arancioni. I ragazzi – ribadisce Lorenzoni – non sono dei potenziali vettori del Covid, come qualcuno li ha dipinti. Sono stati isolati al fine di contenere i contagi: la stragrande maggioranza di loro ha dimostrato un grande senso di responsabilità in tal senso. Tuttavia, la Regione, oltre a un provvedimento che di fatto li ha privati di un servizio-bene essenziale qual è l’istruzione, non ha predisposto un piano ad hoc loro dedicato. Dall’inizio della pandemia nessuno, di fatto, ha pensato alle ragazze e ai ragazzi. E invece, anche la politica regionale è chiamata a interrogarsi su come rispondere alle loro necessità, al bisogno innato di socialità che si ha a quell’età”.
“Occorre – conclude Lorenzoni – creare degli spazi di ascolto dove i giovani abbiano la possibilità di depositare le difficoltà derivanti dal momento storico che stiamo attraversando. Hanno la necessità di sentirsi ascoltati, di realizzare che qualcuno ha davvero a cuore i dubbi che si portano dentro, così come i sogni e desideri”.
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