Scuola, Mori (FdI): “l’unica certezza è il caos, dare più spazio alle Regioni”

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La grottesca telenovela sulla riapertura delle scuole ha registrato, ieri, l’ennesima, ingloriosa puntata – afferma in una nota il candidato alle regionali Antonio Mori per Fratelli d’Italia – Mentre dalla maggioranza dicono tutto e il contrario di tutto, in audizione alla Camera ieri, Agostino Miozzo, il Coordinatore dell’ormai famoso Comitato tecnico scientifico – ricordiamo: l’organo che dietro le quinte con il Governo ha deciso il nostro destino durante il lockdown – ha lasciato intendere come ormai sia in atto un vero e proprio divorzio non solo fra scienziati e politici, ma anche fra gli stessi esperti.

I punti che mi hanno più colpito sono questi:

la decisione di non seguire gli indirizzi sull’uso delle mascherine nelle scuole primarie, stilati da OMS e UNICEF;
la rinuncia a effettuare la misurazione della temperatura all’ingresso a scuola, per non meglio precisate impossibilità tecnico-organizzative, scaricando così, come sempre, la responsabilità sulle famiglie;
relativamente all’obbligatorietà dei test sierologici degli insegnanti, si è dichiarato a favore ma, come Ponzio Pilato, se n’è lavato le mani rimpallando la responsabilità al Ministero; idem, in sostanza, sulla previsione della figura del medico scolastico.
Bene: lasciare indietro ancora una volta la scuola, in un Paese segnato da stagnazione economica, sociale e culturale, è davvero imperdonabile.

È il momento di scrivere e soprattutto di realizzare un’agenda concreta per il futuro dei nostri ragazzi.

In questo mi muove una certezza: lo sviluppo e il rilancio dell’Italia dipendono da loro, è vero, ma il loro successo dipende dalla capacità delle istituzioni di metterli in condizioni, ora, di competere e giocarsi le proprie carte. E questo Governo non lo sta facendo.

Dobbiamo dare più spazio alle Regioni anche sotto questo aspetto: il Veneto potrebbe guidare la locomotiva-Italia. La mia ricetta è chiara: dobbiamo valorizzare la cultura, e coniugare in modo davvero efficiente formazione e lavoro.

Due semplici ingredienti, per questa ricetta, peraltro richiesti a gran voce anche da Confindustria: la valorizzazione della formazione terziaria professionale, con la riforma degli Istituti tecnici superiori (ITS), e l’incentivo delle lauree STEM; la valorizzazione del capitale umano, sia per dare il giusto risalto alle figure più formate che per patrimonializzare le tante PMI italiane, ricche di eccellenza e tradizione.

In attesa delle elezioni, io comincio già a lavorare per questi obiettivi: i giovani non possono più aspettare.

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