Mentre l’azienda di trasporto pubblico vicentino SVT dichiara di aver chiuso il bilancio con un utile di 130 mila euro, di nuovo i pullman privati, chiamati a supporto del trasporto pubblico locale, restano fermi. Confartigianato Imprese Vicenza in un comunicato solleva la questione, dopo che il trasporto privato si era dato da fare per dare una mano con la ripresa scolastica per garantire più sicurezza nei trasporti. “Ci chiediamo se sia corretto che si privilegi il pubblico rispetto al settore privato – afferma Willy Della Valle -. Infatti, a differenza dell’SVT che continua a percepire i ristori ogni volta che ferma i propri mezzi, gli operatori privati stanno pagando autisti e assicurazioni. E così, dopo lo stop forzato dallo scorso anno, lo spiraglio arrivato con il supporto al trasporto pubblico per il studenti in virtù delle norme sulla capienza, ora i nostri motori tornano a spegnersi – aggiunge il presidente della categoria Trasporto Persone Confartigianato Impresa Vicenza- . Come ha spiegato il presidente di SVT, l’azienda è stata ristorata ‘vuoto per pieno’, ha cioè ricevuto gli indennizzi come se avesse viaggiato con i pullman sempre colmi di persone! Se l’obiettivo del governo è far morire le aziende private e dare in mano anche il turismo alle aziende pubbliche ci sta riuscendo, perché da questa crisi noi non usciremo, non tutti sicuramente”.
“Vale la pena ricordare che anche dietro alle nostre aziende ci sono centinaia di dipendenti, e le loro famiglie, oltre che le nostre, con mutui sui capannoni, o sulle case, oltre che sui pullman – continua Delle Valle-. La chiusura delle scuole non è certo imputabile a SVT, ma la soluzione adottata di non usufruire più del servizio in appoggio dei privati sì, anche se la rescissione è prevista dal contratto”.
“Invece di farci lavorare con questi continui “stop and go”, avrebbero potuto mantenere attive alcune linee bis: gli operatori se le sarebbero suddivise di giorno in giorno avendo così la possibilità di pagare il personale che è stato riassunto e che ora non possono porre nuovamente in cassa integrazione. É la seconda volta in pochi mesi che tornano a bloccare gli autobus operator. Inattive dal 23 febbraio 2020, molte imprese hanno esaurito le loro possibilità e non sanno come pagare i mutui alle banche, le stesse che ad SVT hanno garantito 14 milioni di euro senza ulteriori garanzie. Cosa impensabile per le nostre imprese! – prosegue il presidente-. Se il Governo adottasse per il nostro comparto lo stesso trattamento che riserva al settore pubblico, nessuno si lamenterebbe e anche le nostre imprese avrebbero i bilanci sani. Ci auguriamo solo che qualcuno a livello politico si faccia carico delle difficoltà del settore. Come autobus operator non abbiamo mai chiesto aiuto e soldi, né agli enti locali, né al Governo. Se la linea è la tutela solo di chi lavora nel pubblico avremmo modo di pentircene e molto presto”.