Non è più il tempo della prima accoglienza, ora è necessario attivarsi in favore dell’integrazione e dell’inserimento lavorativo dei titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari che rischiano a breve di trovarsi in condizioni di irregolarità e di povertà assoluta.
La Diocesi di Vicenza torna a riflettere sul tema immigrazione a fronte delle nuove disposizioni legislative del Governo italiano, rilanciando il proprio impegno in favore dei migranti presenti sul nostro territorio. Corridoi umanitari, seconde accoglienze e inclusione lavorativa sono alcune delle iniziative che la Chiesa vicentina porterà avanti senza il sostegno di fondi pubblici, ma contando esclusivamente sul volontariato e sulla generosità espressa dalle comunità cristiane. A questo proposito diffonde un documento, firmato da Ufficio Migrantes, Caritas diocesana vicentina, Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro e Ufficio per la pastorale missionaria che ripercorre l’impegno della diocesi fino ad oggi, delineando le nuove scelte e i nuovi progetti. La Diocesi in questi ultimi anni ha accompagnato una cinquantina di persone “richiedenti asilo” in percorsi di prima accoglienza in convenzione con le Prefetture di Verona e Vicenza, con la collaborazione di 15 parrocchie, 5 famiglie e circa 200 volontari che hanno scelto di testimoniare il Vangelo nella quotidianità di un servizio. “L’esito di questo cammino – si legge nel documento – è stato particolarmente fruttuoso e positivo, in quanto l’obiettivo espresso e condiviso tra i bandi pubblici e l’impegno del privato-sociale (associazione, operatori, volontari) era l’inclusione socio-lavorativa delle persone richiedenti asilo. L’iter di audizione con la Commissione territoriale e il relativo rilascio (o meno) del permesso di soggiorno con lo specifico titolo (protezione internazionale, protezione sussidiaria e per motivi umanitari) era un percorso importante, su cui informare ed accompagnare il richiedente, ma costituiva uno degli aspetti dell’accoglienza”.
Ora la situazione è profondamente cambiata. “Da ormai un anno – si legge ancora – non esiste più alcuna “emergenza sbarchi”, sempre che ne sia esistita una; si dice che i tempi di audizione e valutazione della richiesta di asilo saranno brevi; i bandi prevedono di offrire ai richiedenti “protezione internazionale” solo ed esclusivamente risposte ai bisogni primari (vitto e alloggio), riducendo così gli educatori degli enti prestatori di servizio a meri distributori di servizi alberghieri”. “In tale logica, le accoglienze diffuse (fiore all’occhiello di un’Italia che sa accogliere le persone migranti all’interno delle comunità ed ha accettato la sfida dell’integrazione tra le diversità) non vengono sufficientemente sostenute; le attività volte a favorire percorsi di inclusione (insegnamento della lingua italiana, assistenza sociale, mediazione culturale, formazione professionale, inserimento in esperienze di lavoro) sono considerate un optional, o addirittura uno spreco di risorse pubbliche”.
A tutto questo si aggiunge un’altra emergenza, rilevata da Caritas: “Sono in aumento le persone, già titolari di un permesso di soggiorno, fuoriuscite dai Centri di accoglienza, in povertà assoluta (vedi box a lato)”. L’Associazione Diakonia Onlus non ha partecipato ai bandi prefettizi per l’affidamento del servizio di accoglienza e assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale. “La scelta non è dettata da ragioni di tipo economico, ma di pensiero, di obiettivi e stili con cui si intende guardare ed accompagnare queste persone, uomini donne e bambini” cita lo scritto. “La Chiesa di Vicenza, grazie anche all’opera di Caritas Diocesana Vicentina, intende ora volgere attenzione ed impegno per sviluppare nuove progettualità di accompagnamento per le persone straniere presenti in Italia, in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, al fine di migliorare l’inclusione sociale e l’inserimento nel mondo del lavoro. Assieme all’Associazione Diakonia Onlus, si intende proseguire pertanto tre progetti”. “Comunità accoglienti” è un’offerta di incontri informativi a livello locale, al fine di coinvolgere e sensibilizzare le comunità sul tema; il progetto offre percorsi di formazione ed accompagnamento ai volontari a livello vicariale, al fine di avviare esperienze di accoglienza. Il secondo è “Corridoi umanitari”: l’attivazione, cioè, di prime accoglienze diffuse a livello parrocchiale e vicariale, rivolte a persone richiedenti protezione internazionale. Il progetto, reso possibile dai protocolli tra i governi e dal finanziamento della Cei con i fondi 8xmille, permette di creare vie di accesso legali e sicure in Italia, sottraendo i migranti alle reti dei trafficanti e favorendo l’ingresso di persone vulnerabili che fuggono dai paesi in guerra. Il terzo progetto, “Seconde accoglienze“, prevede l’attivazione e l’accompagnamento di accoglienze diffuse a livello parrocchiale e vicariale, per persone migranti con permesso di soggiorno umanitario, che offrano esperienze socio-relazionali accoglienti, casa, formazione professionalizzante, tirocini-lavoro, scuola di italiano. L’obiettivo è il raggiungimento dell’autonomia della persona e la conversione del permesso umanitario in permesso di soggiorno per motivi di lavoro; segretariato sociale: implementazione dell’attività di segretariato sociale presente in Casa santa Lucia, Servizio Donna-famiglia ed Equipe migranti, al fine di offrire informazioni sulle normative e sui servizi presenti nel territorio; inclusione lavorativa: implementazione del servizio di consulenza all’inclusione formativa e lavorativa, ed avvio di tirocini lavoro.
La Diocesi incoraggia “le comunità cristiane ad intraprendere o continuare le esperienze parrocchiali o vicariali di accoglienza diffusa, che prevedano esperienze socio-relazionali accoglienti, casa, formazione professionalizzante, tirocini-lavoro, scuola di italiano. Importante è anche la disponibilità a dare garanzie per assicurare il pagamento dell’affitto di appartamenti e strutture dedicate a questo servizio. Il sostegno e l’accompagnamento dell’equipe diocesana Caritas è assicurato”. La Chiesa vicentina invita, quindi, “tutte le persone di buona volontà che desiderano costruire una società più accogliente e solidale a coinvolgersi nelle iniziative territoriali a loro vicine, e a sostenere le attività di Caritas Diocesana Vicentina e Associazione Diakonia onlus, considerando che saranno progetti non sostenuti da fondi pubblici”.