Sei regioni su nove, Il Fatto Quotidiano: ribaltone giallorosa alle urne del 2020

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Nove Regioni tra questo autunno e la primavera del 2020. Per riprendere terreno rispetto al centrodestra, che nell’ultimo anno ha conquistato tutti i territori in cui si è votato, Pd e 5 Stelle valutano di replicare l’alleanza di governo. Lo faranno di certo in Umbria il prossimo 27 ottobre, potrebbero farlo altrove, anche a seconda di come andrà nella regione rossa della dimissionaria Marini. D’altra parte occorre invertire la rotta. Nel 2018, dopo le elezioni del 4 marzo (nello stesso giorno il centrosinistra riuscì a tenere il Lazio, mentre il centrodestra sbancava in Lombardia), l’avanzata leghista ha lasciato il segno: vittoria dell’asse Lega-FdI-FI in Molise, Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta e Trentino Alto Adige. Nel 2019, stesso copione e vittoria del centrodestra in Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Piemonte. Ora però i giallorosa ci sperano: nelle prossime nove Regioni, numeri e sondaggi sembrano confortanti.

Umbria. Quasi tutti i sondaggisti concordano: la candidata di centrodestra Donatella Tesei è avanti, ma la corsa alla Regione è aperta. Secondo Noto, la leghista avrebbe una forbice tra il 47 e il 51 per cento, con Vincenzo Bianconi che sarebbe tra il 39 e il 43. Stesso margine rilevato da Swg, che dà la Tesei tra il 48 e il 52, in vantaggio su Bianconi (41-45). Per Youtrend, Tesei al 47,2 e Bianconi al 43,1. Ma è Ixé a dare speranza a Pd e M5S, perché il 43% di incerti porterebbe i due candidati a un testa a testa in cui è Bianconi a essere in leggero vantaggio: 29,7 a 29,4.

Calabria. Alla fine FdI, che puntava su Wanda Ferro, ha dovuto cedere a Forza Italia, che sembra aver scelto il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto (caldeggiato da Sgarbi, che teme per il suo arresto). Il Pd ha scaricato Oliverio (che potrebbe correre da sé) e cerca l’intesa coi 5S, con Pippo Callipo favorito. GPF Inspiring Research riporta come intenzioni di voto un 28,2% al centrodestra e un 18,7 per l’asse 5Stelle-Pd, ma con una percentuale di indecisi o non votanti che arriva oltre il 53%. Guardando i risultati delle ultime Europee, favorevoli ai giallorosa, non è certamente il centrodestra il favorito.

Emilia-Romagna. Secondo la Dire, un sondaggio interno al Pd dà il centrosinistra avanti (44,5%) sul centrodestra (43,6). Il margine diventa rilevante aggiungendo l’8,5 % dei 5 Stelle. Il punto è se il M5S accetterà Bonaccini: il governatore ha ottimi consensi personali, superiori a quelli della leghista Borgonzoni, che pure nei giorni scorsi si è detta in possesso di sondaggi che la danno in testa (rispetto ai giallorosa divisi?). Prima di decidere sull’asse Pd-5S si aspetteranno comunque i risultati dell’Umbria. E sullo sfondo c’è Renzi: l’Emilia-Romagna potrebbe essere la prima Regione con le liste di IV.

Toscana. Il ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra pottebbe essere sbilanciato dal patto Pd-5Stelle. Qui i grillini non sono fortissimi (12,7% alle Europee), ma comunque scongiurerebbero l’avanzata leghista. Occorrerà però superare la candidatura del renziano Eugenio Giani, tenendo conto anche della scissione. Il Nazareno vorrebbe Simona Bonafé, ma lei per ora non ci pensa e cerca un nome unitario, mentre Nardella ha lanciato Brenda Barnini. A destra sembrava certa Susanna Ceccardi, che però si è defilata al punto che adesso la candidatura potrebbe persino passare a FdI di Meloni.

Campania. Pd e 5Stelle sono nettamente favoriti, pur in mancanza di sondaggi per le Regionali. Messi insieme, alle ultime Europee il centrosinistra e il M5S hanno preso più del 55%, mentre il centrodestra, pur nel massimo splendore leghista, si è fermato al 38%. La coalizione potrebbe però farsi del male da sola, litigando sul candidato. De Luca tira dritto verso la ricandidatura, anche a costo di allearsi coi “gialli”, ma i 5 Stelle pretendono un nome nuovo. Non è da escludere, allora, che sia il Nazareno a scaricare il governatore, proprio come avvenuto in Calabria.

Puglia. Emiliano tre giorni fa ha ripetuto di avere “il dovere” di ricandidarsi. Fino a qualche anno fa sarebbe stato perfetto per l’asse coi 5 Stelle, che lui stesso caldeggiava, ma da mesi non si sopportano più. Qui, come in Campania, l’accordo potrebbe saltare sul nome del candidato. I 5 Stelle sono forti: alle Europee sono stati sopra il 26%, col centrosinistra oltre il 25. Il centrodestra intanto pensa a Fitto e punta a ricucire le distanze: il 26 maggio ha preso il 45%.

Liguria. Giovanni Toti si ricandida, dicendosi sicuro che gli alleati lo sosterranno. Un po’ meno sicuri sono quelli di Forza Italia, dato che ancora il mese scorso il portavoce forzista Mulè escludeva di poter votare il governatore scissionista alle Regionali. In ogni caso qui la partita sembra apertissima: alle ultime Europee i giallorosa hanno preso il 49%, il centrodestra poco più del 47%. E diversi esponenti locali dell’asse Pd-5 Stelle hanno già aperto all’alleanza.

Marche. Un sondaggio precoce di Bidimedia dà in vantaggio il centrodestra (41%) nelle intenzioni di voto rispetto a 5 stelle e centrosinistra, presi però singolarmente. In caso di alleanza, anche qui si arriverebbe probabilmente a un testa a testa. In questi giorni Matteo Ricci, sindaco dem di Pesaro, ha dato un segnale notevole, aprendo la giunta a un assessore grillino e augurandosi di “aprire una pista per il futuro”. Nel centrodestra, pare che la Regione possa andare a FdI e nel caso il nome forte sarebbe quello di Guido Castelli, ex sindaco di Ascoli.

Veneto. È l’unica Regione dove il centrodestra è in netto vantaggio. Il governatore Zaia, che grazie a una legge regionale può correre per il terzo mandato, ha lanciato un progetto di alleanza tra una sua lista, la Lega e una civica sindaci a suo supporto. Salvini però sembra non aver gradito, puntando a tener dentro alla coalizione anche gli alleati storici di centrodestra. In ogni caso, anche guardando le ultime Europee (62,6% centrodestra, 34% giallorosa) non dovrebbe esserci partita, sia in caso di asse 5 Stelle-Pd sia in caso di corsa solitaria. Anche se le frenate di Salvini sull’autonomia restano una forte incognita.

di Lorenzo Giarelli, da Il Fatto Quotidiano

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