Al via in Senato l’esame delle proposte di legge sul fine vita, ma è braccio di ferro tra i 4 testi delle opposizioni e quello di Forza Italia

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Suicidio medicalmente assistito, per Ostanel ci vuole una legge
Al via oggi in Senato l’esame delle proposte di legge sul delicato tema del fine vita.
Nelle commissioni Giustizia e Salute di Palazzo Madama è stato avviato l’iter dei ddl in materia che proseguirà per ora con un ciclo di audizioni. Un percorso che si annuncia in salita, visto che si dovrà arrivare a una sintesi tra le cinque proposte presentate: quattro di opposizione e una di Forza Italia, quest’ultimo molto diverso rispetto agli altri e che punta – come sottolineano gli azzurri della commissione Salute Daniela Ternullo e Francesco Silvestro a “mettere al centro la tutela della vita fino alla sua conclusione naturale”. Un ddl che interviene non solo sul suicidio assistito ma anche sul testamento biologico, prevedendo di non considerare nutrizione e idratazione come trattamenti sanitari e inserendo l’obiezione di coscienza per i medici. I due senatori lo definiscono “un ddl equilibrato”.
Dall’altra parte il Pd invita a considerare il ddl Bazoli – sul quale nella scorsa legislatura c’è stato un primo via libera della Camera – come “un buon punto di partenza”. “Non è scontato un esito di convergenza”, ragiona in questo senso il relatore del provvedimento Pierantonio Zanettin (FI). A pesare è anche la sentenza della Corte Costituzionale del 2019. Un punto sul quale tornano Pd e Avs che sottolineano la necessità di “colmare un vulnus legislativo” in tempi rapidi. Tempi che rischiano invece di allungarsi vista l’ipotesi, avanzata da Italia viva e sottoscritta da Forza Italia che l’esame passi dalla sede redigente – con un iter più rapido – a quella referente.
“L’iter della discussione che viene deciso dal Parlamento e non da altre entità esterne che dettano i tempi, su questo decide il Parlamento”, sottolinea il capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri.

Intanto da Italia Viva arriva un avvertimento: “Bisognerà che il Parlamento – evidenzia Ivan Scalfarotto – si attenga alle indicazioni della Corte non facendo passi indietro”. Sulla stessa linea anche M5s che ha chiesto di far uscire dal dibattito la proposta di legge del centrodestra. “Tutte le proposte – dice la capogruppo M5s in commissione Giustizia Ada Lopreiato – si muovono nel solco indicato dalla Corte Costituzionale meno uno, presentato dalla maggioranza, che propone soluzioni per noi sbagliate, che costituirebbero un grave passo indietro. Per questo motivo ho chiesto di non unirlo all’esame congiunto e la presidenza della commissione ha rimandato questa decisione a dopo le audizioni”.