Sentenza Donazzan contro VicenzaPiù: un giudice ci condanna, Langella e i lettori ci incoraggiano

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La sentenza: la legge e? uguale per tutti... voi
La sentenza: la legge e? uguale per tutti... voi

Dopo la “sentenza Donazzan” contro VicenzaPiu.com (30.000 euro più altre incombenze che raddoppiano l’importo, insostenibile) faccio qualche considerazione sperando che non sia un’imposizione di censura totale il passaggio del dispositivo in cui il giudice mi «inibisce l’ulteriore diffusione delle notizie».

Due giorni fa, dunque, plaudevo al “giudice a Berlino” concretizzatosi nella Guardia di Finanza di Vicenza che sanzionava per 280.000 euro tre società, tra cui la “sua” Didakè sas, per aver conferito al prof. Giovanni Villa incarichi retribuiti per 140.000 euro ma senza la preventiva autorizzazione dell’Università per cui lavora.

Ebbene oggi, registro alcuni commenti di vari “giudici a Berlino” al contrario, che capiscono il nostro lavoro e lo difendono perché lo conoscono e nulla hanno da temere.

Sono nostri lettori e nostri amici, personali o professionali, che riflettono soprattutto sulla genesi della sentenza civile che condanna a una pena pecuniaria spropositata chi vi scrive, come direttore di VicenzaPiu.com, e la società editrice, per altro in liquidazione da tempo, entrambi senza alcuna reale possibilità di darle esecuzione per la parte economica e per giunta anche per aspetti tecnici di cui forse il giudice Giglio non si è adeguatamente informato.

Se tutto questo è avvenuto per aver io utilizzato, di sicuro scioccamente anche se a fini satirici, lo stesso linguaggio con cui Elena Donazzan aveva apostrofato un ladro, della sua bicicletta, come “magrebino di merda” e se non mi perdono di averle dato l’opportunità di denunciarmi per essermi posto al suo livello, ecco cosa sentenziano alcuni giudici a Berlino, non onorari come Giglio ma che mi onoro di ospitare spesso su queste pagine.

Ebbene Giorgio Langella, che è nostro commentatore abituale soprattutto sui temi del lavoro, quelli su cui l’assessora veneta ha una delle sue deleghe (l’istruzione, ahi ahi, e la formazione, punto per lei sensibile, anche nei… rapporti con lo scrivente, sono le altre), e che è politicamente impegnato, senza aver mai cambiato cappello, come segretario del Pci Veneto, mi scrive:

«Caro Giovanni, al solito l’attacco alla libertà di stampa e di dissenso avviene da parte di lorsignori chiedendo soldi e strozzando le uniche voci fuori dal coro.
Non sto a definire la Donazzan (ormai mancano i termini), si squalifica da sola.
Comunque è da rimarcare come stanno rialzando sempre di più la testa tanti neo o paleo fascisti o simili che si sentono sempre di più autorizzati a “chiudere la bocca” a chi si oppone.
Emblematico è quanto successo a Prato dove prefetto e  questore  denunciano gli iscritti all’ANPI che li hanno contestati il 25 aprile, o i tanti tentativi di zittire chi canta “Bella ciao” adducendo (uso di proposito questo verbo che contiene la parola “duce”) che quella canzone è “divisiva”. E ci mancherebbe altro. Con i neo o paleo fascisti o simili bisogna distinguersi, essere divisivi. Ne va della nostra dignità.
Massima solidarietà a te e a VicenzaPiù.
Giorgio Langella».

Ecco altri commenti:

«Campano di ste cose… Eppure non avete detto niente che le persone non pensino…!»

«Direttore Coviello “chi non suona non stona”. Un incidente di percorso a un giornalista può capitare, ai giornalai non capita mai. Per quanto può valere ha tutto i mio sostegno. Buon lavoro».

Interrompo questa selezione di reazioni alla sentenza contro VicenzaPiu.com, sicuramente di parte ma altre, spontanee, non ne ho trovate, per andare al cimitero del mio paese dove riposa mio padre, antifascista e internato in un campo di concentramento, non senza aver prima riportato, per par condicio con Langella e anche perché la libertà di stampa dovrebbe tutelare tutti, sempre e non solo quando fa comodo, cosa scrive Andrea Lucangeli, noto supporter del centro destra vicentino e sostenitore di Mantovani sindaco:

«Caro Direttore, 
desidero esprimerTi pubblicamente tutta la mia vicinanza e tutto il mio profondo rispetto per il tuo lavoro di informazione.
In questa nostra città di giornalisti PAVIDI e SERVI Tu evidentemente dai molto fastidio…
E “lorsignori” – oltre ad essere permalosi – hanno pure la “querela facile”..
Nel mio piccolo ne so qualcosa anch’io…
Ma sono convinto che il tempo sia galantuomo:
questi (bip!) personaggi prima o poi verranno spazzati via…
Un abbraccio. 
Andrea Lucangeli»

Ho messo il bip perché non voglio dare altro lavoro ai giudici di Vicenza contro i miei giudici di Berlino e perché quel poco che avrò lo spenderò per difendermi in tribunale, per cause penali spesso doppiate al civile, da Gianni Zonin, Giuseppe Zigliotto (il 2 maggio alle 10.30 si ricomincia) per questioni sulla Fondazione Roi, la regione Veneto di Zaia e Giovanni Jannacopulos, entrambi per questioni che riguardano la suddetta formazione, l’avv. Massimo Malvestio e… chi più ne ha più ne metta.

Con un’unica avvertenza per me stesso: dedicherò a certi querelanti, magari con avvocati pagati dai cittadini, sempre meno tempo e risorse per scrivere di più sperando che nelle aule di tribunale anche io cominci a trovare più spesso chi giudichi i veri colpevoli di misfatti e non chi da costoro è denunciato perché, riprendiamo un’altra frase di Lucangeli, «ciò che è certo è che “lorsignori” – con questo continuo uso di querele per diffamazione – hanno in mano un potente strumento di condizionamento per evitare le critiche».

E le nostre inchieste… a cui a volte, mai abbastanza visto che i giudici vengono impegnati con manovre diversive, fanno seguito o una sentenza e/o una sanzione e/o una dimissione e, sempre, una sentenza di libera valutazione su fatti raccontati con scrupolo.

Vero Galan, Villa, Pecori…?