Senza tetto in aumento. “Merito” del Decreto Sicurezza

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Con il freddo riparte il servizio di ricovero notturno della Caritas Diocesana Vicentina. Un servizio che, durante i mesi invernali, è un vero e proprio “salva-vita” per le persone senza una casa. Dal 1 novembre le porte di Casa San Martino, in contra’ Torretti a Vicenza, si aprono anche per i senza dimora che finora non hanno avviato un percorso individuale di inclusione sociale, ma che rischiano la vita a causa delle temperature rigide delle notti d’inverno. La struttura che può ospitare fino a un massimo di 65 persone, da novembre 2018 a marzo 2019 ha offerto 9.483 pernottamenti in 151 notti di apertura del ricovero con una media di 35 pernottamenti per ospite. In totale, in questo periodo, sono state accolte 270 persone: 268 uomini (28 italiani e 240 stranieri, età media 35 anni) e 2 donne italiane.

«Nella gestione dell’accoglienza dei prossimi mesi dovremo fare i conti con gli effetti provocati dal Decreto Sicurezza – dice Lorenzo Facco, responsabile del servizio -. Ci approcciamo all’emergenza freddo con un aumento di richieste di aiuto da parte di persone che hanno visto rigettata la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari e che chiedono cosa devono e possono fare ora. E anche con un numero maggiore di persone che sono uscite dai centri di accoglienza straordinaria e che di fatto, adesso, sono in mezzo a una strada».

Oltre a Casa San Martino, l’altra struttura fondamentale per l’accoglienza di chi è in difficoltà a Vicenza è Casa Santa Lucia in via Pasi. Qui è attivo è attivo il servizio mensa, quello docce e lavanderia, il segretariato sociale e anche dei laboratori occupazionali. Nell’arco di tutto il 2018, in 215 giorni, sono stati distribuiti 28.104 pasti.

«Ci aspettavamo un calo significativo della frequentazione della mensa rispetto agli anni precedenti vista l’introduzione di strumenti di sostegno come il reddito dicittadinanza, ma così non è stato» continua Facco.

Per quanto riguarda i servizi di igiene personale, inoltre, si registra un trend in aumento. Se nel 2018 le docce offerte sono state quasi 7mila, ora a due mesi dalla fine dell’anno in corso si è arrivati già a quota 10mila. «Cercheremo di fare il possibile per accogliere tutti e lo stiamo facendo lavorando in rete anche con il Comune che gestisce l’albergo cittadino e l’associazione Papa Giovanni XXIII che a Cavazzale coordina una struttura di pronta accoglienza – sottolinea il responsabile di Caritas -. Dobbiamo tener conto, poi, che a Casa San Martino alloggiano già una trentina di persone che seguiamo nell’ambito di un progetto di inserimento lavorativo. Persone che seppur abbiano trovato un’occupazione non riescono a raggiungere l’autonomia abitativa in quanto il mercato immobiliare richiede una stabilità che loro non hanno ancora raggiunto. Caritas, in questo periodo, sta lavorando anche su questo fronte».

Oltre al lavoro degli operatori, però, c’è anche il prezioso contributo dei volontari.

Nel 2018 a Casa San Martino ben 197 persone hanno messo a disposizione il proprio tempo per aiutare quanti sono in difficoltà, così come a Casa Santa Lucia 508 volontari hanno prestato servizio in mensa per un totale di 6.834 ore. «La loro presenza è fondamentale e vienericonosciuta anche dai nostri ospiti – prosegue Facco -. Sono eccezionali nella loro normalità e per questo non possiamofare altro che ringraziarli ogni giorno per il supporto che ci danno».

Nei mesi invernali, infine, Caritas distribuirà anche delle coperte a chi per svariati motivi decide di dormire all’addiaccio. «Coperte che cercheremo di gestire nel miglior modo possibile evitando che vengano abbandonate per le strade della città» precisa e conclude Facco.

«Ci apprestiamo ad affrontare il periodo più difficile per chi è senza una casa e vive per strada, un fenomeno che purtroppo resta di grave attualità, come dimostrano i numeri degli accessi nelle nostre strutture dello scorso inverno – dice don Enrico Pajarin, direttore della Caritas Diocesana -. Come sempre il nostro impegno è di ospitare più persone possibile e di accompagnarle in un percorso di reinserimento sociale, che non sarebbe possibile senza il grande e prezioso aiuto dei nostri operatori e volontari».