Separazione delle carriere dei magistrati, prima approvazione alla Camera: cosa prevede la riforma e prime reazioni di politici e magistrati

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Separazione delle carriere dei magistrati: pareri contrastanti
Separazione delle carriere dei magistrati: pareri contrastanti

La Camera dei Deputati ha approvato ieri, 16 gennaio 2025, in prima lettura, il disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere dei magistrati in Italia. La riforma, promossa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, mira a modificare profondamente l’assetto del sistema giudiziario italiano. Il provvedimento ha ottenuto 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti. Ora il testo passerà al Senato per il prosieguo dell’iter legislativo.
(Fonte: Ministero Giustizia)

Cosa prevede la legge sulla separazione delle carriere

Il disegno di legge propone tre principali innovazioni:

  1. Separazione delle carriere: I magistrati dovranno scegliere all’inizio della loro carriera se diventare giudici (funzione giudicante) o pubblici ministeri (funzione requirente). Non sarà più possibile passare da una funzione all’altra durante la carriera.
  2. Doppio Consiglio Superiore della Magistratura (CSM): Verranno creati due organi distinti di autogoverno: uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri. Questa scelta intende garantire maggiore autonomia e specificità nelle rispettive funzioni.
  3. Alta Corte disciplinare: La riforma prevede l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare esterna ai CSM, incaricata di gestire le questioni disciplinari riguardanti i magistrati, riducendo il rischio di conflitti d’interesse.

Le reazioni dei politici

  • Forza Italia ha celebrato il voto come una vittoria storica e lo ha dedicato alla memoria di Silvio Berlusconi. “Questa riforma è il coronamento di 35 anni di battaglie per una giustizia più garantista”, ha dichiarato Paolo Sisto.
  • Azione e +Europa, pur votando a favore, hanno criticato la chiusura del governo a emendamenti migliorativi. Benedetto Della Vedova ha auspicato che la riforma diventi un testo “di tutti” nei prossimi passaggi parlamentari.
  • Italia Viva si è astenuta, concordando con il principio generale della riforma, ma opponendosi ad alcuni aspetti tecnici, come il metodo del sorteggio per i componenti dei due nuovi CSM.
  • Opposizioni (PD, M5S, AVS) hanno espresso forte contrarietà. Il Partito Democratico ha definito la riforma un attacco all’indipendenza della magistratura, mentre il Movimento 5 Stelle l’ha descritta come un passo verso una giustizia “asservita al potere esecutivo”.

Le critiche dei magistrati

La riforma ha sollevato preoccupazioni anche tra i magistrati.

  • Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) aveva già bocciato il provvedimento, sostenendo che la separazione delle carriere potrebbe compromettere l’efficienza del sistema giudiziario senza apportare reali benefici.
    (Fonte: Fanpage)
  • L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso timori per l’indipendenza della magistratura, affermando che la riforma potrebbe mettere a rischio i diritti dei cittadini e limitare l’autonomia del pubblico ministero.
    (Fonte: Notizie.it)
  • Nonostante queste posizioni prevalenti, esistono magistrati che vedono nella separazione delle carriere un’opportunità per rafforzare l’imparzialità e la terzietà del giudice, distinguendo nettamente le funzioni giudicanti da quelle requirenti. Tuttavia, tali opinioni favorevoli sono meno rappresentate nelle recenti discussioni pubbliche.

Un iter complesso e possibili scenari

Essendo una riforma costituzionale, il disegno di legge dovrà essere approvato in doppia lettura da entrambe le Camere, con un intervallo di tre mesi tra le votazioni, e potrebbe essere sottoposto, come pare inevitabile, a referendum popolare se non raggiungerà i due terzi dei voti in Parlamento.

La separazione delle carriere, a lungo dibattuta in Italia, rappresenta una svolta significativa nel panorama politico e giudiziario, ma il percorso verso la definitiva approvazione si preannuncia lungo e controverso.