
Sequestro per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro nei confronti di Salvatore Giovanni Luppino, l’autista di Matteo Messina Denaro.
Luppino fu arrestato dai carabinieri del Ros il 16 gennaio 2023 nei pressi della clinica La Maddalena assieme al boss castelvetranese. Lo aveva accompagnato, come già aveva fatto tante volte nei mesi precedenti. Il gup di Palermo lo ha condannato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati, a nove anni e due mesi, meno rispetto ai 14 anni e 4 mesi chiesti dalla procura.
Luppino, secondo l’accusa, avrebbe inoltre chiesto soldi per conto del capomafia e, insieme ai suoi figli, (Antonino e Vincenzo) arrestati, ha curato spostamenti, traslochi e diversi aspetti organizzativi della latitanza del padrino di Castelvetrano. A Luppino la Procura aveva inizialmente contestato il reato di favoreggiamento, ma nel corso delle indagini l’accusa era stata modificata in associazione mafiosa.
E’ stato possibile individuare numerosi bonifici e assegni emessi a favore di una delle persone più vicine a Messina Denaro, indice di una concreta attività di sostegno assicurata attraverso la messa a disposizione di ingenti somme di denaro.
Pertanto, il Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione, in accordo con le ricostruzioni dei finanzieri e condividendo quanto prospettato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nel ravvisare una situazione di evidente sperequazione tra fonti di reddito e impieghi, ha disposto il sequestro di: 2 società operanti nel settore della coltivazione, lavorazione e conservazione di frutti oleosi, frutta e ortaggi, ubicate entrambe a Campobello di Mazara (TP), 7 immobili (appartamenti e terreni), localizzati a Campobello di Mazara (TP) e Castelvetrano (TP), 3 rapporti bancari e un autoveicolo, per un valore complessivo stimato in oltre 3 milioni di euro.
“Il servizio testimonia ancora una volta l’azione che la Guardia di finanza svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità, consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza”, dicono le Fiamme gialle.
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