Abbiamo sempre espresso la preoccupazione che i fondi del Next Generation EU fossero solo un altro modo di chiamare il Mes ed ecco che arriva il conto dell’Europa per pagare il Recovery Fund. Dal documento stilato dai servizi dell’Europarlamento si evince che, a partire dal 2028, l’onere del rimborso del debito che l’Unione europea sta cominciando a contrarre per emettere bond entrerà immediatamente a fare parte del debito pubblico degli Stati membri.
Per il nostro Paese si tratta di ben 50-60 miliardi che porteranno ad un aumento del rapporto debito/Pil di 4 punti percentuali. In alternativa a questo aumento del debito, l’UE potrebbe dotarsi di una serie di nuove tasse che ricadranno sulle imprese e sui lavoratori europei. Conti alla mano, per l’Italia il saldo al netto di queste manovre rischia di aggirarsi in 30 miliardi in sei anni. Se prima la paura di ritrovarci con il cerino in mano era solo un cruccio, adesso è la triste realtà: si scrive Recovery Fund ma si legge austerità.
Deputato italiano al Parlamento europeo MEP
Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei
Articolo redazionale a pagamento, offerto dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei