«Siamo nei tempi dei social» – dice il presidente Sergio Mattarella – ma «gli italiani continuano ad avere «bisogno di comunità», con «l’esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita». Come ogni anno, nel solco di una tradizione consolidata iniziata da Luigi Einaudi nel 1949, nel suo messaggio agli italiani, in onda il 31 dicembre in prima serata sulle principali radio e Tv a reti unificate, il capo dello Stato Sergio Mattarella tira le somme dell’anno che finisce, facendo un consuntivo dei traguardi politici, sociali e comunitari raggiunti dal Paese. E fissa obiettivi, propositi e speranze per l’anno che comincia.
(Qui, a cura di Lina Palmerini, il “controcanto” del presidente Sergio Mattarella sui buoni sentimenti e qualche stoccata alla politica, ndr)
Sentirsi comunità per significa condividere valori e prospettive
In apertura del suo discorso, pronunciato dallo studio “alla vetrata” del palazzo del Quirinale, Sergio Mattarella sottolinea «la vicinanza e l’affetto» che gli arriva dagli italiani interpretandoli « come il bisogno di unità, raffigurata da chi rappresenta la Repubblica che è il nostro comune destino». «Sentirsi “comunità” – aggiunge – significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa “pensarsi” dentro un futuro comune, da costruire insieme».
Debito pubblico pesante ipoteca per giovani
«Molte sono le questioni che dobbiamo risolvere», prosegue Sergio Mattarella, che cita tra i problemi «la mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio. Dobbiamo aver fiducia in un cammino positivo. Ma non ci sono ricette miracolistiche».
Infrazione Ue scongiurata rafforza fiducia
«Ieri sera ho promulgato la legge di bilancio nei termini utili a evitare l’esercizio provvisorio, pur se approvata in via definitiva dal Parlamento soltanto da poche ore», ricorda poi Mattarella in uno dei passaggi più “politici” del suo discorso: «Avere scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità», evidenzia ancora Sergio Mattarella.
L’auspicio di una attenta verifica dei contenuti manovra
Poi un richiamo a rispettare la centralità del Parlamento, messa a rischio dal passaggio parlamentare a tappe forzate del ddl Bilancio imposto dalla maggioranza. «La grande compressione dell’esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un’attenta verifica dei contenuti del provvedimento. Mi auguro vivamente – questo l’auspicio del capo dello Stato Sergio Mattarella – che il Parlamento, il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto».
No profit prezioso, evitare “tasse su bontà”
In un altro passaggio, Mattarella parla del “caso” politico rappresentato dal raddoppio dell’Ires per il Terzo Settore, previsto dalla manovra 2019 e su cui il Governo ha già promesso una retromarcia dopo le proteste delle associazioni del volontariato. «Vanno evitate “tasse sulla bontà”, ammonisce infatti Mattarella nel suo messaggio di fine anno. «Le realtà del Terzo Settore, del No profit rappresentano una rete preziosa di solidarietà», «hanno ben chiara la pari dignità di ogni persona e meritano maggiore sostegno da parte delle istituzioni, anche perché, sovente, suppliscono a lacune o a ritardi dello Stato negli interventi in aiuto dei più deboli, degli emarginati, di anziani soli, di famiglie in difficoltà, di senzatetto». Un altro richiamo esplicito di Mattarella riguarda l’ipotesi – circolata nelle ultime fasi di esame della manovra – di utilizzare i militari per tappare le buche stradali a Roma, risolvendo l’emergenza in corso da tempo. Nel salutare «donne e uomini delle Forze armate, impegnate per garantire la nostra sicurezza e la pace in patria e all’estero», Mattarella invita in modo esplicito la classe politica a non snaturare la loro funzione «destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione». Un richiamo destinato in particolare al M5S, principale “sponsor” dei soldati tappa-buche.
Il futuro dell’Italia è in Europa
In evidenza, tra le parole pronunciate in tv dal capo dello Stato Sergio Mattarella, i riferimenti all’Europa, considerata un destino al quale l’Italia non può sottrarsi. «La dimensione europea – spiega Mattarella tornando su un tema già affrontato nel suo recente discorso alle alte cariche dello Stato in occasione degli auguri di Natale – è quella in cui l’Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro; e al suo interno dobbiamo essere voce autorevole». Le elezioni europee in programma a maggio sono «uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne. Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l’occasione di un serio confronto sul futuro dell’Europa», rimarca poi Mattarella.
Il monito a tutelare il nostro Stato sociale
Tra moniti del presidente Sergio Mattarella spicca poi il riferimento all’«universalità e la effettiva realizzazione dei diritti di cittadinanza» quali « grandi conquiste della Repubblica», che si concretizzano «nel nostro Stato sociale, basato sui pilastri costituzionali della tutela della salute, della previdenza, dell’assistenza, della scuola rappresenta un modello positivo. Da tutelare».
Il quadro dei bimbi autistici e il senso di essere comunità
Non è casuale, in questa occasione, la scelta del presidente di parlare con alle spalle un quadro opera dei ragazzi ospiti del Centro di cura per l’autismo di Verona, visitato di recente. «Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita», spiega Mattarella, confermando così il vero il filo rosso dell’intervento: comunità, fiducia, condivisione di diritti e doveri. «Sentirsi comunità significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese», ricorda il capo dello Stato: «Vuol dire anche essere rispettosi gli uni degli altri. Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l’astio, l’insulto, l’intolleranza, che creano ostilità e timore».
La sicurezza passa da convivenza e superamento dei conflitti
Altro tema forte del discorso presidenziale riguarda la sicurezza, tema spesso divisivo nel corso 2018, invitando a riscoprirla come punto di forza del Paese anche dal punto di vista della convivenza. «La domanda di sicurezza è particolarmente forte in alcune aree del Paese – ricorda Sergio Mattarella – dove la prepotenza delle mafie si fa sentire più pesantemente. E in molte periferie urbane dove il degrado favorisce il diffondersi della criminalità». «Non sono ammissibili zone franche dove – aggiunge – la legge non è osservata e si ha talvolta l’impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi». La vera sicurezza – ricorda poi – si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza». Sicurezza – conclude – «è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l’un l’altro».
di Vittorio Nuti, da Il Sole 24 Ore