La Serie A ha celebrato la ventinovesima giornata, preceduta dalla elezione del nuovo presidente della Lega. Lorenzo Casini è avvocato, docente universitario e capo di gabinetto del Ministero della Cultura (qui “Serie A in Più by Poggi“, la rubrica di Gianni Poggi su ViPiù con i suoi commenti pre e post partite della Lega Calcio di serie A, ndr). È stato eletto con undici voti favorevoli (su venti) da una cordata capitanata – guarda caso – dal presidente della Lazio Lotito, appoggiato da quello del Napoli De Laurentiis ma senza l’appoggio delle grandi.
A conferma che la spaccatura, esistente da tempo all’interno della Confindustria del calcio, è tuttora profonda e complicata. Casini avrà il non facile compito di portare l’unione fra i soci (o, almeno, di trovare una maggioranza forte) per poi riprendere i progetti incompiuti o falliti con il past president Del Pino: la riforma del campionato, la produzione in proprio delle telecronache, la vendita dei pacchetti dei diritti televisivi. Dovrà anche difendere la Serie A dalle minacce di una SuperLega continentale che non è mai stata accantonata.
Un bel turno sotto il profilo sportivo è stato oltraggiato dalla ennesima indecorosa manifestazione di razzismo messa in atto dalla Curva Sud dello Stadio Bentegodi, quella degli ultras dell’Hellas Verona, che ha esposto un allucinante striscione con le coordinate geografiche di Napoli (per indirizzare un bombardamento tipo Ucraina), ovviamente in occasione del match contro la squadra allenata da Luciano Spalletti. Il Bentegodi è già stato funestato in passato da indecenti razzismi contro Napoli (ricordate “Forza Vesuvio”?) e sarebbe ora di finirla una buona volta. Ci vuole una reazione forte, ma sono sicuro che non ci sarà.
La fuga verso lo scudetto di Milan, Inter e Napoli è proseguita anche nel turno dello scorso fine settimana ma solo rossoneri e partenopei hanno centrato la vittoria a discapito dei nerazzurri, bloccati sull’1-1 dal Torino che avrebbe meritato i tre punti. L’Inter ha dato conferma di non avere né la tempra né la rosa per reggere il doppio impegno Champions-Serie A. È scontato che una trasferta di Coppa come quella affrontata cinque giorni prima a Liverpool lasci inevitabilmente scorie nella testa e nei muscoli, a maggior ragione se si aggiunge la delusione di essere stati eliminati pur vincendo la gara di Ritorno. Ma se, oltre alla concentrazione e alla tonicità, non ci sono in squadra giocatori che garantiscano un’alternanza all’altezza per i titolari stanchi o infortunati, è assai probabile che basta un Torino appena appena decente per metterti in difficoltà. Ed è pure andata bene alla squadra di Inzaghi perché arbitro e VAR non hanno rilevato un vistoso fallo da rigore ai danni del Toro.
Il Milan prosegue invece speditamente disinnescando, a San Siro, l’Empoli che pur ha un ottimo rendimento esterno. I rossoneri hanno giocatori che stanno crescendo di partita in partita e Pioli ha trovato un equilibrio tattico. Il Napoli replica alla grande alla sconfitta casalinga del turno precedente proprio contro la capolista e vince, a Verona, la partita più impegnativa delle tre che spettavano alle prime. Bravo Spalletti a far superare subito ai suoi il possibile trauma dello stop al Maradona e bravissimo il centravanti Victor Osimhen che ha firmato la doppietta del successo.
La Juventus allunga a quindici i turni della sua serie positiva battendo la Sampdoria che, ormai, vede avvicinarsi la zona rossa. Allegri era alle prese con una serie notevole di infortuni e squalifiche e, per di più, aveva lasciato in panchina Vlahovich. Eppure ce l’ha fatta a vincere con autorevolezza, ritrovando Morata (doppietta), un po’ emarginato dall’avvento del centravanti ex-Fiorentina.
La Lazio si appropria del quinto posto (che aggiudicherebbe l’accesso alla Europa League) con i tre punti guadagnati battendo il Venezia grazie a un rigore messo a segno dal capocannoniere Ciro Immobile. Si radica, di contro, la crisi dei neroverdi, ormai invischiati nella zona retrocessione diretta anche se potrebbero risollevarsi battendo la Salernitana nel recupero.
Il sorpasso laziale pospone Roma e Atalanta, che hanno tutt’e due pareggiato. La squadra allenata da Mourinho ha evitato la sconfitta segnando il gol dell’1-1 al quarto minuto del recupero finale, mentre quella di Gasperini non è riuscita a interrompere la serie positiva del Genoa, imbattuto da sette turni e che il nuovo allenatore Alexander Blessin è riuscito a dotare di una difesa praticamente sigillata (due gol subiti nel periodo).
Anche il Sassuolo frena sul campo della maglia nera Salernitana, che agguanta il 2-2 a dieci minuti dalla fine grazie anche alla superiorità numerica nell’ultima mezzora per l’espulsione di Raspadori per doppia ammonizione. Il derby dell’Appennino va alla Fiorentina che, al Franchi, vince per 1-0 su un Bologna che, a sua volta, gioca tutta la Ripresa in dieci. Lo Spezia, infine, ottiene tre punti importanti nello spareggio-salvezza con il Cagliari, che invece è ora costretto a guardarsi le spalle.