“Le serre di Parco Querini: quando il restauro diventa un pericolo“: all’incontro pubblico di martedì 29 maggio organizzato da Civiltà del Verde con Italia Nostra di Vicenza i cittadini, le associazioni e gli enti che si occupano della tutela del nostro territorio hanno affollato la sala dei Chiostri di Santa Corona, disertata, invece, da altri invitati come tutta la stampa, a parte chi vi scrive, il sindaco Achille Variati, gli assessori tutti (presente all’inizio per un saluto informale solo il consigliere comunale e candidato Ennio Tosetto) e i tecnici comunali.
Vista l’imminenza delle elezioni amministrative erano stati invitati anche i candidati sindaco, tutti assenti anche loro meno per una parte del convegno Franca Equizi di Grande Nord e fino alla fine Filippo Albertin autore di un intervento concreto a favore delle posizioni espresse dagli organizzatori ma, stranamente (?), zittito da Giovanna Dalla Pozza Peruffo presidentessa di Italia Nostra, che, dopo tante stroncature dell’amministrazione attuale da parte dei relatori e dopo la loro richiesta di appoggio alle proprie tesi, quando questo è stato concesso da un invitato, Albertin, quel supporto è stato stroncato col “divieto” di fare pubblicità politica… Mah.
Gli altri unici tre candidati consiglieri presenti, Ciro Asproso di Coalizione Civica per Vicenza, Patrizia Barbieri di Rucco Sindaco e Lucio Zaltron, di Vinova, che in passato ha collaborato concretamente per la partecipazione vincente di Civiltà del Verde ad alcuni bandi del Bilancio Partecipativo, si sono astenuti da interventi forse per eviatre le ire subite dal candiadto di Potere al Popolo.
Un breve intervento l’ha fatto chi scrive che ha promesso di rendere disponibili a un pubblico molto più vasto di quello in sala i video degli interventi, cosa che stiamo ora facendo, e questo di fronte anche alla lagnanza dei relatori perché il quotidiano “unico” locale avrebbe fatto solo da amplificatore delle tesi dell’assessore Cristina Balbi “tra l’altro scortese con le associazioni – proviamo a sintetizzare quanto ha detto la prof. Leder – e bugiarda quando ha detto di averle incontrate per avere il loro assenso al progetto del Comune che noi abbiamo sempre bocciato e, soprattutto, quando ha affermato che il problema non si porrebbe ancora mancando i fondi per quel progetto quando, invece, lo stesso è stato già finanziato, per lo meno per quanto riguarda i professionsiti, con un importo consistente derivante dal Bando delle periferie!“.
Civiltà del Verde, dopo aver fatto presentare un’esprienza virtuosa portata a buon fine sul Lago di Como, per voce di Francesca Leder (nel primo video ripercorre la storia e disegna il futuro possibile dell’importante complesso all’interno di Parco Querini) e di Romana Caoduro (nel secondo video – a breve lo sostituiremo con quello con nome corretto -, in fondo a questa nota di cronaca, ricostruisce la storia del progetto “finanziato tra l’altro impropriamente con soldi non per il centro ma per le periferie“, prima approvato dalla Soprintendenza e poi bocciato nella forma attuale) ha espresso forte preoccupazione sullo sviluppo del progetto di restauro delle Serre del Parco Querini di Vicenza.
Le serre erano e sono una parte importante dei giardini storici – hanno più volte detto le due relatrici -, macchine sofisticate nate con scopi d’uso e di decoro, di collezionismo di rarità botaniche, di ricreazione, ornamento del parco e per tutte queste ragioni collocate in luoghi adatti a valorizzare gli spazi e le viste prospettiche.
Oggi le serre, anche se hanno perso la loro iniziale funzione, rappresentano documenti storici importanti da recuperare, tutelare e far colloquiare in modo appropriato con il parco.
Da molti anni le serre di Parco Querini, monumento verde, vincolato dalle leggi nazionali di tutela 1089/39 e 1497/39, bene prezioso, in una città Patrimonio Unesco, sono state lasciate in abbandono e, come potete leggere nella interessantissima e significativa relazione “tecnico legale” dell’avvocato Mariagrazia Pegoraro di Italia Nostra Vicenza, ora entrerebbero a far parte di un complesso bocciato dalla Sorpinentenza per la “violenza” fatta alla loro essenza iniziale da ripristinare e non stravolgere.
Nell’arco di pochi anni le abbiamo viste ridursi a rudere per cui l’Associazione Civiltà del Verde sostiene la necessità di procedere a un urgente e definitivo recupero delle serre attraverso un intervento rispettoso delle caratteristiche del manufatto originario per restituirlo alle sue potenzialità e alla bellezza del loro parco.
Per questo motivo l’associazione aveva studiato, con l’aiuto di esperti, come l’architetto Emilio Alberti, proposte progettuali presentate e donate all’amministrazione comunale, che le ha fatte proprie. Questo progetto di massima ha ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza e il Comune di Vicenza lo ha trasformato in un progetto preliminare per dare inizio a dei lavori di messa in sicurezza e procedere così alle fasi successive. Da questo momento in poi, seguendo un iter molto discutibile il progetto di restauro conservativo è stato del tutto stravolto.
Oggi ci troviamo – secondo le relatrico – di fronte ad un progetto definivo ed esecutivo che stravolge il significato culturale e tecnico di conservazione. Le serre, in questa visione, non sono più tali: sono tutta un’altra cosa. L’aggiunta spropositata di volumi destinati alla ristorazione e l’uso di materiali moderni fa perdere la loro autenticità, il loro valore storico e documentale.
Una forzatura che il Parco Querini non merita proprio, che mostra l’indifferenza per il luogo e il suo valore storico. Uno schiaffo al Parco, alle serre, all’importante patrimonio arboreo, all’armoniosa bellezza che questo luogo ha conservato con fatica a distanza di due secoli.