La macchina del servizio pubblico merita sostanziale ristrutturazione. La trasformazione digitale, da sempre annunciata, impone soprattutto un cambiamento sostanziale dei modelli operativi. Per altro verso, non può trascurarsi che la riforma necessaria impatterà sul quotidiano di circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici sotto il profilo delle modalità di svolgimento delle attività e delle relazioni sindacali. Meritocrazia Italia in una nota reputa essenziale anzitutto: marginalizzare il ricorso alla carta accelerando il processo di digitalizzazione dell’archiviazione documentale; programmare più significativi investimenti per l’aggiornamento e/o l’acquisto della dotazione strumentale necessaria; procedere a una graduale riqualificazione e riconversione degli spazi ospitanti i vecchi archivi cartacei (ad esempio, in luoghi di formazione), con maggiore impegno nel recupero infrastrutturale; introdurre, in linea con quanto già previsto, il c.d. documento digitale personale unico, che riporti in sé carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria ed eventuali patente di guida, patente nautica, licenza di caccia, di pesca, e che contenga anche dati relativi allo stato di famiglia, alla residenza, a titoli ed abilitazioni professionali, patologie o stato di salute, e con possibilità di aggiornamento.
Occorre inoltre introdurre, in linea con quanto già previsto, il c.d. documento digitale dei beni posseduti, che racchiuda in sé caratteristiche, possibilità di utilizzo e titolo di godimento dei beni a qualsiasi titolo detenuti; modificare i sistemi di reclutamento del personale pubblico, definendo percorsi volti a selezionare le competenze richieste dal piano di ristrutturazione.
Meritocrazia Italia ritiene che sia fondamentale puntare su una decisa campagna di alfabetizzazione digitale, che coinvolga sia il personale dipendente pubblico sia l’utenza. Obiettivo: affrontare il tema del tanto citato digital divide per creare le condizioni di una sostanziale equita’ sociale.