Oggi, nel ricevere i suoi risultati semestrali (scaricali da qui), abbiamo appreso che ha cambiato nome e brand identity diventando AMCO, Asset Management Company, la SGA spa (Società per la Gestione di Attività), che lo Stato Italiano ha rilevato da Intesa Sanpaolo (che altro caso!) in un primo momento per farle gestire i circa 18 miliardi di NPL (Non Performing Loans o, come li definiscono Milena Zaggia e Alfredo Belluco Nettare Per Ladri, di fatto le sofferenze di centinaia di migliaia di privati e piccole società) di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, entrambe poste in LCA e la cui “parte buona” è stata ceduta per solo un euro sempre a Intesa, che ha anche beneficiato di introiti miliardari che abbiamo quantizzato.
Il nuovo nome, si legge nella nota, «si inserisce nell’ambito del processo di evoluzione della società, con l’obiettivo di ricoprire un ruolo di rilievo nel settore delle Non Performing Exposures (NPE) in Italia secondo il modello di full credit management company. I risultati danno ragione di questa evoluzione, con una importante crescita degli asset under management a 20,6 miliardi e una elevata solidità patrimoniale con un CET1 pari al 17,4%».
Abbiamo approfittato dei nostri numerosi referenti con competenze di Diritto societario, bancario e finanziario, di cui spesso ci avvaliamo per pareri tecnici sulle questioni bancarie per chiedere una loro opinione non sui positivi dati di AMCO ex SGA, ma sul ruolo che sta assumendo una società nata con Intesa per il recupero crediti del Banco di Napoli, poi diventata pubblica per il problema contingente delle due banche venete e ora lanciata nel succoso e “draculesco” business delle sofferenze bancarie.
E la sintesi, pressoché unanime, dei loro pareri è tranchant: «È assolutamente negativo che lo Stato Italiano, tramite la propria controllata SGA ora AMCO, operi in maniera imprenditoriale nel mercato degli NPL, laddove il settore pubblico dovrebbe intervenire nel settore finanziario solo ed esclusivamente in casi estremi per evitare danni maggiori al sistema nel suo complesso, come ad esempio nella vicenda del Monte dei Paschi di Siena».
Questo avviene quando c’è chi chiede una maggiore tutela di alcune categorie di debitori come le imprese in crisi
«È, infatti, dannoso l’intervento di SGA AMCO per gli interessi economici del nostro Paese poiché nel recente passato fondi speculativi esteri hanno rilevato a prezzi di saldo ammontari significativi di Npl e sarebbe pertanto interesse del nostro sistema imprenditoriale – già in sofferenza per la crisi economica – che sia rafforzata la legislazione a tutela dei debitori, obiettivo che entra in evidente contrasto con l’opposto interesse dello Stato che con la SGA assume il ruolo di creditore».
VicenzaPiù ha spesso evidenziato la crescente debolezza dei debitori di fronte a certi creditori sempre meno chiamati a dar conto reale dei loro diritti
«Ad oggi, nel nostro paese l’unico concreto supporto alle ragioni dei debitori è giunto dalla Magistratura, alcune delle cui recenti pronunce per parte della Suprema Corte hanno reso ai creditori più problematica l’aggressione dei fideiussori, spesso e volentieri vittime di costrutti contrattuali non adeguatamente compresi».
I diversi procedimenti giudiziari a tutela di debitori della SGA, di cui abbiamo evidenziato operazioni discutibili anche in Albania per Veneto Banka, oggetto di una interrogazione dell’on. vicentino Pierantonio Zanettin al MEF, che ci risulta ancora senza risposta, offrono qualche motivo in più per rafforzare le opinioni raccolte, che, intanto, facciamo nostre, fermo restando che ce ne possono essere di diverse, che siamo pronti ad accogliere per valutarle.