Le Pietre di Inciampo che non ci saranno. Mai. Pochi sanno del progetto hitleriano che si spinse fino al Nord Africa, e volto a minare una delle più antiche comunità ebraiche della diaspora: la comunità degli ebrei libici. Ebrei libici che avevano creduto nell’Italia e nel duce in camicia nera e che furono poi vittime delle leggi razziali. Io penso anche a questi ebrei che non avranno mai le Pietre di Inciampo, e che sono morti in Paesi che non vengono mai condannati dalle Nazioni Unite, nemmeno se sequestrano marinai padri di famiglia.
Uno di questi Paesi è proprio la Libia con il suo record di 712 ebrei (come dalla memoria prodotta). Uno strazio che ha colpito più gli ebrei bengasini di quelli tripolini e allora vorrei chiedere, anche se non so a chi, se posso iniziare una ricerca per posare le pietre, ma so già quale potrebbe essere la risposta visto che Gheddafi ha costruito autostrade sopra i cimiteri ebraici, chi profana o rende edificabili aree cimiteriali non ha rispetto né per la religione, né per la memoria. Dovrei confrontarmi con gli attuali Governi di Tripoli e di Bengasi e con lo stato Islamico IS e Ansar al Shari a Tuareg, lontani dalle condanne dell’ONU. A chi possano interessare, se non ai familiari, queste Pietre di Inciampo? E dove non c’è largo interesse, non c’è aiuto.
Ritornerò in questi giorni sulle vittime dimenticate di Giado, sto raccogliendo delle testimonianze e se non lo farò per il 27 gennaio, lo farò in un giorno qualsiasi, perché per me, la memoria è ricordo tutti i giorni. Agire sulla memoria degli Ebrei morti nel campo di Concentramento di Giado, congiungendola all’infinito percorso geografico di tutte le vittime del nazismo è un dovere morale, al quale chi insegna la Shoà nelle scuole non può sottrarsi. Non si è trattato di esistenze bruciate in un universo separato, è lo stesso universo che le ha accompagnati verso la morte.
Le pietre d’inciampo sono posate in memoria delle vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione. La prima, per esempio, fu posata a Colonia in ricordo di mille tra Sinti e Rom deportati nel maggio del 1940. Premetto che il mio pensiero sulle Pietre di Inciampo è cambiato nel corso degli anni: mi piaceva il progetto all’inizio, quando era vera Memoria ed erano dedicate a Ebrei, Zingari, Testimoni di Geova e inermi cittadini. Se una persona mi chiede di aiutarla nella ricerca e nella pratica, non mi sottraggo dall’aiuto e lo faccio a titolo gratuito, indipendentemente dalla sua religione.
Esiste un protocollo per la posa, anche se mi sembra si sia allargato molto negli ultimi anni. Forse troppo. Preferivo le prime pose, quando i diktat erano più stringenti e quando prevaleva la Memoria pura e non l’interesse di Istituzioni e Associazioni, spesso politicizzate, o della politica. Già quella politica salamelensa che ama gli ebrei il 27 gennaio e li dimentica tutti gli altri giorni dell’anno. Quella politica che continua a dichiararsi amica degli Ebrei e di Israele ma vota all’Onu risoluzioni a gogò contro Israele. Nel 2020 Israele è stato condannato per vari crimini 17 volte ma sulla situazione dei diritti umani in Cina, Venezuela, Arabia Saudita, Turchia, Pakistan, Vietnam, Algeria o in altri 175 paesi nessuna condanna. Una vergogna.
Se non ci fosse stata la Shoah forse non ci sarebbe Israele e se ci fosse stato Israele, forse non ci sarebbe stata la Shoah o ci sarebbe stata comunque, perché gli effetti della cattiveria umana sono irrefrenabili, ma con molte meno vittime. E adesso arriva il Giorno del riscatto, il rilancio della comprensione con Manifestazioni e Pose di Pietre di Inciampo…per favore, rispettate la Memoria, quella con la M maiuscola che sembra non appartenervi. Il sindaco di Milano arriva a paragonare Greta Thunberg ad Anna Frank, proprio in un’Italia “molto sensibile” alle manifestazioni per la Memoria, con calendari ricchi di programmi, eccellenti patrocini, i cui enti patrocinanti non si accorgono nemmeno che non patrocinano il Giorno della Memoria, ma la giornata, anzi le giornate. Perché, in realtà, il 27 gennaio è il “Giorno” della memoria, non la “giornata”. Anche io una volta sbagliavo, però crescendo ho imparato. Come dovremmo fare tutti. Abbiate fiducia nelle Istituzioni perché dopo il 27 gennaio del 2021, arriverà il 27 gennaio del 2022.