Si presenta a Padova “Italia in Comune” con Pascucci e Pizzarotti: per Vicenza parla il coordinatore Daniele Ferrarin

260

Padova, nostro servizio. Damiano Fusaro, sindaco di Granze nel padovano, ha aperto i lavori della tappa veneta di Italia in Comune, il partito nuovo nazionale che si è presentato oggi al Veneto nella sala principale dell’ex Fornace Carotta a Padova. Esempio di quanto questa nuova formazione punti ad essere radicata su persone competenti, che hanno già maturato esperienze di amministrazione. Una sala quasi piena appunto di amministratori locali e anche di qualche parlamentare attuale o ex, come David Borrelli, europarlamentare del Movimento 5 stelle nella precedente tornata elettorale, ora fuoriuscito dal movimento. 


A dx Pizzarotti con Italia in Comune prima della presentazione a PadovaCon Borrelli oltre un centinaio di persone hanno salutato gli interventi di Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale del nuovo partito e di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, grillino eretico (fu il primo sindaco di una città capoluogo del Movimento 5 Stelle) e guest star della mattinata padovana (nella foto di copertina VicenzaPiù con Daniele Ferrarin). 
Fu a Vicenza che ho incontrato Federico Pizzarotti – ha raccontato Alessio Pascucci – a margine di una assemblea dell’Anci, e ci siamo trovati subito d’accordo. Il 15 di aprile abbiamo costituito il partito, e non bisogna avere paura di questa parola. Quando è nata Italia Comune noi non avevamo nessuna idea che sarebbe nato un governo LegaM5S. Come primo documento abbiamo scritto una carta dei valori, perché non esiste in noi l’idea che si mettano insieme pezzi di altri partiti per prendere voti. Secondo noi occorre costruire un percorso culturale e politico prima ancora dell’orizzonte elettorale“. 
Ci tiene a sottolineare che Italia in Comune non è il “Partito di Pizzarotti” il primo cittadino di Parma che alle domande dei giornalisti all’arrivo in Fornace Carotta si è schernito da qualsiasi personalismo: “i partiti tradizionali si confrontano solo sul “chi mi sta più simpatico” e non si parla più di cultura di ambiente di sociale. Noi stiamo guardando ad uno spazio politico che sta sui contenuti e sul merito. . 
È evidente che questa manovra è buttata in avanti, per giocarsela anche sul piano elettorale nel caso di una bocciatura dell’Europa. Intanto c’è una perdita di miliardi di euro sui mercati. L’Italia è nel pieno di una diffidenza da parte degli investitori internazionali, ciò genera una mancanza di risorse che si ripercuoterà anche sui prossimi anni
“.
Ma allora qual è la caratteristica fondamentale di questo partito “Italia in Comune“?
Europeista – ha spiegato ai cronisti Pizzarotti – Italia in Comune è un partito che mette al centro le persone, in una logica di solidarietà. Non parleremo di alleanze: il nostro è un messaggio che soprattutto va verso i cittadini che non si riconoscono più su nessuno. A chi mi chiede del Pd dico che è un partito che più che in difficoltà mi appare un partito morto. Il Governo Lega/Movimento 5 Stelle non ci convince e occorre mettere insieme qualcosa che assomigli ad una Lista Civica Nazionale“. 
Giorgio Pancotto consigliere comunale di Villafranca Padovana dove è nata la prima sezione in Veneto di Italia in Comune aggiunge: “Riteniamo che la candidabilità sia un elemento importante da tenere sotto controllo, per esprimere candidati che siano giovani, ma che possano portare al coinvolgimento di persone formate. Noi a Villafranca Padovana parteciperemo con il simbolo di questo nuovo partito“. 
Prossimamente sarà aperta anche la sezione di Verona, che sarà capofila di un nuovo gruppo di presidi sul territorio. In Puglia sono state aperte una cinquantina di sezioni e il Veneto punta a fare altrettanto. 
Daniele Ferrarin coordinatore vicentino ha spiegato lo stile vicentino del partito: “Bisogna valorizzare ciò che c’è nel territorio ed una grande risorsa sono i comitati dei cittadini e la struttura del volontariato che rendono la città viva. Una città sarebbe piatta senza queste realtà, e da lì noi vogliamo partire per sfruttare a pieno le risorse civili, che possono essere centrali nella nostra azione politica. Nel Veneto noi siamo devastati dalla Tav, senza che questa dia molto di positivo, abbiamo autostrade fatte per nulla, metà della regione che beve acqua contaminata e il Mose che ha generato la più grande tangente della storia d’Italia. Noi non saremo il fronte del No, saremo una formazione che darà alternative ai no, a partire dall’ambiente e dal sociale e credo che lavoro ce ne sarà per tutti“.