Siccità in Veneto, la Lega: “Urgente un nuovo bacino idrico sul torrente Vanoi”

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Fiume Brenta in secca Giugno 2022 (foto Stefano Maruzzo Facebook)

Siccità in Veneto: serve un nuovo bacino idrico sul torrente Vanoi”. Si intitola così la mozione depositata oggi da Giuseppe Pan e dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti (Intergruppo Lega – Liga Veneta).

“Una mozione urgente – spiegano i due – per ottenere una soluzione tempestiva al grave problema della siccità nella pianura veneta che ci troviamo ad affrontare. È necessario concludere il progetto del nuovo bacino idrico sul torrente alpino nel Trentino orientale e affluente del Brenta, già inserito nel ‘Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza’. Da tempo seguiamo la vicenda: vanno benissimo i laghetti in pianura, ma bisogna essere più coraggiosi e creare un invaso importante. I trentini avrebbero il beneficio di un nuovo lago turistico e maggiore elettricità, noi potremmo risolvere il problema della siccità. Inoltre, la presenza dello sbarramento e di sistemi idroelettrici già esistenti ci permetterebbe la produzione di energia da fonte pulita e rinnovabile. Una migliore regolazione idrica porterebbe benefici a cascata per tutti gli impianti idroelettrici esistenti”.

“Il progetto di fattibilità già esiste – spiegano i Consiglieri – i presupposti e l’urgenza anche. È ora necessaria una buona dose di coraggio e un forte input politico per portare a termine la partita. Si tratta, in sintesi, di creare un serbatoio sul torrente Vanoi, principale affluente del torrente Cismon, a sua volta principale affluente del fiume Brenta. La diga, a gravità, immorsata in roccia su entrambe le sponde, si pone a cavallo delle due province di Trento e Belluno. Il volume utile ipotizzato per il serbatoio è di 33 milioni di metri cubi, con un volume medio annuo di 119 milioni di metri cubi (si potrebbe riempire per 4 volte all’anno)”.

“Un progetto che ha origine nel 1930 – ricordano Pan e Ciambetti – quando venne studiato il progetto “Brenta-Avisio”, che prevedeva, in sintesi, di “scolmare”, rendere meno colme, le piene del torrente Avisio nei laghi di Levico e di Caldonazzo. Ciò avrebbe portato un benefico effetto sulla sicurezza idraulica nel bacino dell’Adige ed integrato le magre del Brenta, riuscendo ad irrigare un’ampia area della pianura veneta, priva, anche oggi, di sicuro approvvigionamento. Esiste uno studio di fattibilità che venne sviluppato su concessione e finanziamento della Regione del Veneto dall’allora Consorzio di bonifica Pedemontano Brenta e successivamente approvato sia dal Magistrato alle Acque di Venezia sia dalla stessa Regione del Veneto. Esiste già, quindi, uno studio di fattibilità, messo a disposizione anche dell’Autorità di bacino, che si è sviluppato con documentate relazioni: idrologica, idraulica, geologica ed idrogeologica, con relativa cartografia”.

“È un’opera che negli anni si è resa necessaria – proseguono i Consiglieri – con gli eventi alluvionali del 2010 e 2014, e ora è diventata urgente, con la siccità di quest’anno. La Regione del Veneto ha inserito l’opera nel proprio “Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza”, per il programma europeo del Recovery Fund. Nel contempo il Consorzio Brenta (dicembre 2020) ha provveduto all’aggiornamento dello studio di fattibilità e ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole, nell’ambito del bando Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, richiesta di finanziamento della progettazione definitiva dell’opera, che ha forti possibilità che a breve venga positivamente riscontrata. Si avrà così una preziosa riserva idrica, una più certa vivificazione dei canali interni della città di Padova, e contribuirebbe alla navigabilità del Naviglio Brenta da Padova a Venezia, offrendo maggiore disponibilità irrigua per un’ampia area del Veneto nei periodi di siccità, come questo. Si è anche già ottenuto un forte consenso all’opera anche da parte degli Enti acquedottistici veneti”.
“Per tutti questi motivi, la mozione impegna la Giunta regionale a farsi portavoce al Governo e alla Provincia di Trento – concludono Pan e Ciambetti – per portare a conclusione il progetto del nuovo bacino idrico sul torrente Vanoi”.