Siccità in Veneto: Zanoni (Pd), “Fenomeno evidente da anni. Ma Zaia non fa nulla e continua a chiedere aiuto, alla faccia dell’autonomia”

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Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto
Andrea Zanoni, consigliere regionale Pd

“Malgrado si tratti di siccità, Zaia continua a sguazzare nell’assenza di memoria storica. Cinque anni fa, esattamente nell’aprile 2017, Arpav forniva i dati riguardanti l’assenza di precipitazioni in Veneto che parlavano, analizzando il periodo ottobre 2016-marzo 2017, di un deficit di 170 millimetri di precipitazioni, a fronte dei 350 millimetri attesi. Una situazione che superava in negativo ogni record storico rispetto ai precedenti 20 anni. Oggi ci risiamo e Zaia invoca aiuti e interventi. Ma cosa ha fatto in questi cinque anni? Come può un presidente di una Regione che vuole l’autonomia continuare ad agire sull’emergenza?”.

A prendere posizione è il consigliere regionale del Pd veneto Andrea Zanoni, a proposito della lettera inviata dal presidente della Giunta regionale al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, per chiedere di dichiarare lo stato di emergenza.

“Gli indici del cambiamento climatico sono memoria storica e di certo non si può dire che gli uffici della Regione non li abbiano ben monitorati in questi anni. Ma allora a cosa servono se non per agire? Se non fosse per le drammatiche conseguenze della siccità, per i danni all’ambiente e in primo luogo alle produzioni agricole, sarebbe giusto dire ‘Zaia pianga se stesso’. A proposito di memoria storica, da rispolverare almeno oggi, in occasione della Giornata mondiale della Terra promossa dall’ONU: nella scorsa legislatura presentammo come Partito democratico una mozione per dichiarare lo stato di emergenza climatica. Ovviamente tutto finito nelle secche dell’indifferenza leghista”.

“In tutti questi anni non si è registrata una vera programmazione – conclude Zanoni – A tal punto che siamo ancora qui a dover parlare della necessità sia di realizzare gli invasi per la raccolta delle acque che di rimettere mano alle reti idriche, visto che secondo le stime di pochi giorni fa (Confartigianato Imprese su dati Istat) il 40% dell’acqua pompata da pozzi, falde e bacini non arriva a destinazione. E’ chiaro che, a fronte di questo vuoto di iniziativa, non resta che chiedere aiuto al Governo. Alla faccia dell’autonomia”.