Si svolge in queste ore al Viminale, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Italia dopo l’attentato a Mosca. L’appuntamento si intreccia con il periodo di Pasqua, per il quale nei giorni scorsi si era tenuta una apposita riunione dell’organismo.
Ne parla Il Corriere della Sera, oggi in edicola, sottolinenando come al centro dell’attenzione sia stata disposta la massima vigilanza per le numerose cerimonie religiose in programma, a cominciare dalla Via Crucis di venerdì e dalla messa di domenica in piazza San Pietro, ma anche sui luoghi di grande affollamento e richiamo turistico: stazioni ferroviarie, aeroporti, musei, basiliche, siti archeologici, appuntamenti culturali, concerti. Quindi anche le processioni.
“Il livello di attenzione – scrive Rinaldo Frignani – è già stato aumentato il 7 ottobre scorso, poche ore dopo l’attacco di Hamas contro Israele. Ai prefetti è stato chiesto di tenere sempre aggiornate le liste di obiettivi sensibili: sono circa 28 mila su tutto il territorio nazionale, 250 dei quali di prima fascia. Non solo ebraici e israeliani, ma anche ambasciate occidentali, così come legati all’Ucraina e alla Russia, per non contare quelli nel mirino di antagonisti. Al momento non ci sono segnali tali da far pensare ad azioni di cellule terroristiche nel nostro Paese, ma quanto accaduto in Russia, così come nei mesi passati in altre città europee, viene analizzato soprattutto alla luce del fatto che alcuni attentatori, come Abdesalem Lassoued, ucciso dalla polizia belga a Bruxelles a ottobre, erano passati per l’Italia.
Il Viminale ha fatto sapere che, al momento, non c’è “Nessun allarmismo” sulla base di riscontri fatti anche dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo. Il sottosegretario con delega alla sicurezza Alfredo Mantovano ha affermato che il rischio legato ai lupi solitari è tenuta più in considerazione rispetto ai gruppi organizzati e che il fronte più preoccupante è il reclutamento online.
“Faro sull’elenco aggiornato dei foreign fighters, sulle chat collegate ad ambienti estremisti, su chi radicalizza in carcere e utilizzando i social. Nel 2023 sono state espulse 95 persone pericolose per la sicurezza, quasi la metà dopo il 7 ottobre. Per altre 26 è scattata l’accusa di terrorismo internazionale. Operazioni frutto anche della collaborazione con i servizi di sicurezza stranieri, compresi quelli nordafricani.
È una qualità tutta italiana «che punta a fare la prima cosa fondamentale, probabilmente mancata a Mosca: mettere in circolo le informazioni e trarne le conseguenze operative», spiega Mantovano per il quale l’Italia ha «norme che sanzionano anche la mera adesione online a un gruppo terroristico»”.
Fonte: Il Corriere della Sera