È stato firmato un protocollo sulla sicurezza a Vicenza tra prefettura, forze dell’ordine, Comune e commercianti del centro storico. L’obbiettivo è di integrare i sistemi di videosorveglianza di attività come tabacchi e farmacie con quelli delle sale operative delle forze dell’ordine.
Si tratta dell’ennesima iniziativa sul tema del controllo dei reati in città che, nello specifico, ha a che fare con l’utilizzo delle telecamere. In questo solco, poco tempo fa, si era tra l’altro parlato del progetto della Giunta Possamai per la creazione di una control room, ovvero una sede di controllo delle videocamere di sorveglianza seminate per le vie e le piazze cittadine allo scopo di aumentare le attività di prevenzione e di pronto intervento in caso di reati.
Su Il Corriere del Veneto, nell’edizione vicentina, Federico Murzio scrive a proposito della firma avvenuta ieri in prefettura: “La firma del protocollo con tabaccai e farmacisti sembra parlare molto più degli episodi, sostanzialmente non statistici, delle rapine o furti subite. L’idea di incrementare il numero delle telecamere che guardano all’esterno di farmacie e tabaccherie e di mettere a sistema anche i loro impianti di videosorveglianza significa ampliare la mappatura, o meglio lo sguardo degli occhi elettronici sulla città”.
Come riportato dal quotidiano, il prefetto di Vicenza, Salvatore Caccamo, si è così espresso sulla iniziativa: “In un’ottica preventiva ma anche per favorire le attività investigative qualora dovessero accadere episodi criminali». Fermo restando, ricorda ancora il prefetto Caccamo che «il fenomeno, in città e in provincia, non assume connotazioni rilevanti». Il prefetto ha invitato i rappresentanti di Federfarma e della Federazione italiana tabaccai «a sensibilizzare i propri associati ad aderire al progetto». Così come, per inciso, ha fatto in precedenza con altre associazioni di categoria e con gli enti pubblici che hanno aderito ai protocolli.
«C’è già un ritorno importante sull’utilizzo di questi sistemi – afferma Caccamo – visto che consentono di individuare i responsabili dei reati». I protocolli, va detto, vanno anche più in là anche nell’ottica di eventuali correzioni di rotta. La prefettura, infatti, d’intesa con le associazioni o gli enti che hanno aderito al progetto «effettuerà, con cadenza annuale, il monitoraggio del sistema per verificare la percentuale degli esercenti aderenti, l’andamento della delittuosità nei confronti delle suddette categorie, l’efficacia e l’efficienza del sistema, ai fini delle iniziative da assumere in sede territoriale, rappresentando al Dipartimento della pubblica sicurezza le problematiche o le proposte suscettibili di interventi a livello centrale o di valenza nazionale, da valutare con associazione ed enti, che potrà in ogni caso chiedere d’iniziativa l’esame congiunto di aspetti di interesse comune».
Al contempo i protocolli precisano che «gli oneri concernenti le linee telefoniche per i necessari collegamenti, l’installazione e il collaudo delle apparecchiature, gli interventi d’urgenza, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l’adeguamento e l’aggiornamento degli strumenti tecnologici competono ai fruitori». Cioè a chi la videosorveglianza la installa”.
Fonte: Il Corriere del Veneto