Montecchio Precalcino: Silva Spa risponde alle preoccupazioni sul nuovo impianto rifiuti

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Impianto Silva rifiuti

La società Silva Spa ha voluto fornire la propria posizione in merito al progetto per il nuovo impianto industriale previsto nell’area ex Safond-Martini, situata tra i comuni di Montecchio Precalcino e Villaverla, in prossimità anche di Dueville.

Lo sii apprende dall’edizione odierna de Il Corriere del Veneto, nell’edizione vicentina.

L’iniziativa, finalizzata al recupero di rifiuti sanitari e non in un’ottica di economia circolare, ha suscitato la preoccupazione del comitato Tutela della Salute, un gruppo di residenti dei comuni limitrofi che teme ripercussioni negative per la salute e l’ambiente e ha avviato una serie di azioni di opposizione e richieste di maggiori garanzie.

L’azienda ha voluto sottolineare che il progetto è attualmente in fase di valutazione da parte degli enti preposti e che, ad oggi, non sarebbero emerse criticità ambientali dalle analisi condotte. Silva Spa ha precisato che l’iter autorizzativo è un processo pubblico e trasparente, soggetto a verifiche rigorose da parte di Arpav, Asl, Provincia, Regione e Comuni coinvolti.

Secondo quanto dichiarato da Silva Spa, nell’ambito del procedimento sono stati organizzati incontri pubblici proprio per affrontare i dubbi sull’impatto ambientale del progetto, offrendo ai cittadini l’opportunità di richiedere chiarimenti. Inoltre, l’azienda ha evidenziato che i cittadini hanno potuto presentare osservazioni formali alla Provincia di Vicenza, ente responsabile del procedimento, alle quali verranno fornite risposte dettagliate nel corso dello stesso iter autorizzativo.

L’azienda ha inoltre voluto rispondere alle preoccupazioni relative alla classificazione dell’impianto come “industria insalubre di prima classe“, sottolineando come tale definizione risalga a normative del secolo scorso (a partire dal 1888 e con un Regio Decreto del 1934) che indicavano in un elenco attività potenzialmente emissive di esalazioni insalubri. Silva Spa ha precisato che tale aggettivo non si riferisce esclusivamente a complessi industriali, ma include anche servizi, attività agricole e commerciali.

Per offrire ulteriori garanzie, Silva Spa ha incaricato un’azienda vicentina di effettuare analisi specifiche sul sito, dalle quali, sempre secondo quanto dichiarato dall’azienda, non sarebbero emerse irregolarità. “L’impianto – conclude la nota di Silva Spa – è progettato per operare in piena sicurezza, con tecnologie moderne e controlli continui. L’ampliamento previsto rispetterà tutti i criteri previsti dalla valutazione di impatto ambientale, strumento attraverso cui gli enti pubblici verificano l’effettiva compatibilità delle attività con il territorio e le risorse naturali, come le falde acquifere“.

Intanto, nella serata di oggi, il caso Silva sarà oggetto di discussione nel consiglio comunale di Dueville, presso il cinema teatro Busnelli.

La politica, intanto, continua ad interessarsi della vicenda. Rosanna Filippin, deputata vicentina del Partito Democratico, si esprime sul piano industriale proposto da Silva S.r.l. a Montecchio Precalcino. “Qui – ha dichiarato – ci va di mezzo la salute dei cittadini. Non solo ci sarà un aumento dell’inquinamento atmosferico generato dal maggiore traffico, ma l’accumulazione di oltre 150 tipologie di rifiuti pericolosi in un’area di ricarica della falda mette anche a repentaglio la salubrità delle acque sotterranee.

L’impianto va fermato – ha proseguito la parlamentare – in attesa delle necessarie salvaguardie. Se fossero state definite le aree di salvaguardia previste dal d.lgs 152 del 2006, quasi sicuramente non si permetterebbe la realizzazione di un impianto del genere. Infatti, ricordo che nel raggio di due chilometri ci sono l’Oasi di Villaverla e il Bosco di Dueville, entrambi sia SIC che ZPS, nonché il punto di prelievo dell’acquedotto di Padova.

Non è possibile che dopo quasi 20 anni queste non siano ancora state definite le aree di salvaguardia su tutto il territorio nazionale. Il governo deve aiutare le regioni, le autorità di bacino e gli enti del sistema idrico integrato a individuare le zone tutelate dal Testo Unico dell’Ambiente e a elaborare un Piano di Tutela delle Acque che sia realmente aderente alle caratteristiche del territorio. Solo così possiamo tutelare la salute ed evitare inutili rischi per i cittadini”.