Cosa scrivere della morte di Silvio Berlusconi? Non certo un’agiografia, come quelle che si possono trovare sui “giornali di famiglia”, dove viene ricordato come un Gigante… lui che indossava i tacchi per sembrare più alto.
Né mi va di scrivere, da morto, quanto scrivevo e pensavo di lui, quando era vivo e in salute. Perchè non si colpisce uno quando è a terra, figuriamoci sotto. Perché la morte è una livella. Perché in tanti lo hanno amato e lo amano tutt’ora. E leggere una critica su una persona cara, quando viene a mancare, fa male e sembra ingiusto. E forse ingiusto lo è davvero, anche quando la critica è sacrosanta. Questione di pietas per i defunti, o forse il vecchio detto “se non hai niente di bello da dire su di una persona è meglio non dire nulla“.
Cosa che solitamente per un uomo politico non vale, se non proprio nel momento del trapasso.
Ma nemmeno voglio unirmi alla pletora dei commenti del tipo “nel bene o nel male ha cambiato l’Italia“, non perchè abbiano qualcosa di male, o siano fin troppo banali, ma per non aggiungere la mia goccia ad un mare di altre gocce che hanno detto la stessa cosa e sicuramente meglio di quanto potrei fare io.
E allora dirò solamente che a me Silvione mancherà. Non come amministratore pubblico, ma come archetipo. Come maschera del carnevale nazionale permanente che è la politica italiana.
Come uomo del sorriso, che pure quando scuotevi la testa imbarazzato, alla fine un ghigno te lo strappava comunque. Come barzellettiere e amante delle donne, ma solo quelle belle. Come un uomo che le sue mille contraddizioni non cercava di nasconderle, ma te le sbatteva orgoglioso in faccia, come una medaglia d’oro. Anche se poi era finta.
Come uomo che si è fatto odiare, ma soprattutto amare e non è mai stato banale. Come chi l’ha fatta sempre franca, contro ogni aspettativa di buon senso, e poi c’è rimasto sotto in un lampo, quando si pensava che l’avesse sfangata anche stavolta.
Mo’ dicono che bisognerà aspettare tre giorni per poter definitivamente cantare vittoria. Vedremo. Per il momento, Ti sia lieve la terra, Silvione e insegna agli angeli. Ah…. no, meglio se non insegni niente agli angeli và…
Vignetta in copertina di Claudio Mellana e Almor