“Sindaci del Vicentino, niente stangate sui tributi locali alle imprese!”. L’appello di Confcommercio: “non fateci piangere”

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Prima il caro bollette, ora i commercianti del Vicentino si appellano ai sindaci per non stangarli con i tributi locali
Prima il caro bollette, ora i commercianti del Vicentino si appellano ai sindaci per non stangarli con i tributi locali

Se i commercianti potessero esprimersi con un coro, oggi sarebbe un accorato “basta tasse!” rivolto ai sindaci della provincia di Vicenza. Ed è proprio quello che ha fatto Confcommercio Vicenza con una lettera inviata nei giorni scorsi a tutte le Amministrazioni locali, chiedendo clemenza per il 2025*. L’associazione rappresentativa del commercio, del turismo e dei servizi lancia un messaggio chiaro: “Non uccidete la gallina dalle uova d’oro!”.

La richiesta ai sindaci: niente aumenti (e qualche agevolazione)

Terziario, Confcommercio Vicenza: presidente Piccolo e direttore generale Boschiero
Confcommercio Vicenza: presidente Piccolo e direttore generale Boschiero

La missiva, firmata dal presidente Nicola Piccolo e dal direttore Ernesto Boschiero, non si limita a dire no agli aumenti. Anzi, invita i sindaci a un vero e proprio cambio di passo: utilizzare la leva fiscale con lungimiranza, per rafforzare il tessuto commerciale e turistico, migliorando al contempo la vivibilità dei centri urbani e delle periferie. Insomma, meno tasse, più visione. Tra le proposte, c’è l’idea di prevedere agevolazioni sull’IMU per chi riduce i canoni di affitto o affitta immobili sfitti da oltre un anno. E per i nostalgici delle botteghe di vicinato? Confcommercio suggerisce l’esenzione dai tributi locali per tre anni a chi riapre un negozio abbandonato, regalando così nuova linfa a vie e piazze troppo spesso silenziose.

Tari, suolo pubblico e promozione del territorio

Non potevano mancare i capitoli caldi della Tari e del Canone Unico Patrimoniale, dove l’associazione si fa portavoce di chi sente il peso delle bollette anche sui rifiuti. La proposta? Determinare la tassazione in base ai rifiuti effettivamente prodotti e prevedere sconti per chi assume lavoratori o adotta pratiche virtuose.

Quanto al suolo pubblico, si invita a ridurre il canone per quegli operatori che contribuiscono a iniziative di promozione del territorio. Insomma, se metti un tavolino fuori per servire il gelato e nel frattempo attiri i turisti, un piccolo premio lo meriti, no?

Non solo proteste, ma soluzioni

A differenza del classico lamento fiscale, la lettera di Confcommercio ha il pregio di offrire idee pratiche. Più che chiedere l’impossibile, punta alla costruzione di un rapporto collaborativo tra imprese e amministrazioni, per un fisco più equo e, soprattutto, sostenibile.

E in un passaggio che sembra quasi una carezza ai primi cittadini, il presidente e il direttore ribadiscono la disponibilità dell’associazione ad “affiancare le Amministrazioni Comunali” in questo delicato periodo di programmazione. Tradotto: siamo pronti a lavorare insieme, purché non ci mettiate il bastone tra le ruote.

Conclusione: più fiducia e meno pressioni

Nel complesso, il messaggio di Confcommercio Vicenza è chiaro: le imprese non sono solo numeri di bilancio, ma il cuore pulsante delle comunità. E per mantenerlo vivo, serve un po’ di fiducia da parte delle istituzioni. Perché, come diceva il vecchio adagio, “non si può spremere il limone all’infinito”.


La nota indirizzata ai sindaci dal commercianti vicentini

“SINDACI, NON AUMENTATE I TRIBUTI LOCALI ALLE IMPRESE”
Lo chiede Confcommercio Vicenza in una lettera inviata nei giorni scorsi a tutte le Amministrazioni della provincia

L’ultima Legge di stabilità e i relativi decreti attuativi della “Riforma Fiscale”, non presentano interventi rilevanti per abbattere l’eccessivo onere tributario che grava sulle attività del commercio, del turismo e dei servizi. Allo stesso tempo le ridotte risorse disponibili, i maggiori costi da sostenere, insieme al problema inflazione, rischiano di portare le Amministrazioni locali ad un generalizzato innalzamento della fiscalità. Da qui la lettera, inviata nei giorni scorsi da Confcommercio Vicenza a tutti sindaci della provincia, per chiedere, nel 2025, una particolare attenzione “alla rete degli esercizi di vicinato che garantiscono un essenziale servizio ai cittadini, valorizzano le specificità del territorio, costituiscono un prezioso presidio di sicurezza e di vitalità per piccoli e grandi centri, oltre che per le periferie”.
Il presidente Nicola Piccolo e il direttore Ernesto Boschiero, che firmano la missiva, non auspicano solo che i tributi locali non aumentino, puntano piuttosto ad un cambio di prospettiva: agire con lungimiranza sulla leva fiscale “per rafforzare la rete commerciale e turistica di città e paesi, migliorandone la vivibilità e i servizi offerti ai cittadini”.
Come? Confcommercio Vicenza avanza una serie di suggerimenti che toccano varie “voci” relative alle entrate dei Comuni. Sull’IMU, ad esempio, l’Associazione invita a prevedere agevolazioni delle aliquote o esenzioni per chi riduce i canoni di affitto, o per chi dà in locazione immobili sfitti da oltre un anno, così come per interventi di privati volti a recuperare aree dismesse o degradate. Tutto questo può incidere, secondo Confcommercio, sull’andamento di chiusure e aperture delle attività commerciali e turistiche.
Proprio per incentivare l’apertura di nuove attività, il presidente Piccolo e il direttore Boschiero, propongono poi ai sindaci del Vicentino di “prevedere l’esenzione dai tributi locali per tre anni a chi riapre un negozio sfitto”: in questo modo si “favorirebbe il ritorno, nelle vie e nelle piazze di città e paesi, di nuove attività, migliorandone il servizio di prossimità, il presidio e la vitalità”.
Importante anche il capitolo “promozione del territorio”, che ha effetti positivi sul turismo e su tutto l’indotto commerciale. In questo senso Confcommercio Vicenza propone di agire sul Canone Unico Patrimoniale (che riguarda la concessione del suolo pubblico, ad esempio per i plateatici dei locali o per gli ambulanti, oltre che l’imposta di pubblicità), concedendo agevolazioni per gli operatori commerciali che aderiscano, o pongano in essere, iniziative di valorizzazione del territorio.
Infine il capitolo Tari, ovvero la tassa rifiuti, che pesa non poco anche sulle attività del commercio, turismo e servizi. Qui Confcommercio Vicenza chiede ai sindaci di non procedere ad aumenti tariffari, anche alla luce “della specifica dettata dal metodo tariffario introdotto da ARERA” che rende ammissibile “una deroga alla copertura integrale del costo del servizio”. In particolare, nella lettera, il presidente Piccolo e il direttore Boschiero chiedono di “determinare la tassazione in base agli effettivi rifiuti prodotti; di ampliare le previsioni di riduzione per la attività commerciali al dettaglio e per i pubblici esercizi; di prevedere agevolazioni per le attività di commercio all’ingrosso, in quanto generalmente caratterizzate da ampie superfici, ma ridotta produzione di rifiuti”, ma anche di “agevolare o ridurre le tariffe per le imprese che provvedano all’assunzione di lavoratori dipendenti”.
L'obiettivo della lettera, sottolineano nel finale il presidente e il direttore di Confcommercio Vicenza, è “quello di semplificare gli adempimenti e giungere ad una tassazione equa e possibilmente condivisa con i contribuenti”; da qui la disponibilità dell’Associazione di “affiancare le Amministrazioni Comunali in questo importante periodo di programmazione”.